Quantcast
Channel: Ambiente – AgenSIR
Viewing all 2544 articles
Browse latest View live

Territori: Bastioli (Terna), “rigenerazione è anzitutto culturale”. Sì a “regioni sostenibili”

0
0

Bioeconomia, bioraffinerie, zero rifiuto organico, green jobs: per la scienziata Catia Bastioli, presidente di Terna e amministratore delegato di Novamont, sono le parole chiave per la sostenibilità e la rigenerazione dei territori. Parlando al seminario “Laudato si’: quale cura della casa comune? Dalla realtà all’azione”, promosso oggi a Roma dall’Ufficio nazionale Cei per i problemi sociali e il lavoro, Bastioli ha spiegato che “la bioeconomia ha una grandissima potenzialità e può essere il punto di partenza per una profonda rigenerazione territoriale” attraverso filiere integrate, interconnesse e intercircolari, ma la rigenerazione “deve essere anzitutto culturale”. A questo fine sono necessari “progetti sul territorio per promuovere conoscenza e fiducia reciproca; esistono già diversi case-studies che possono essere messi a sistema”. Per la scienziata, occorre promuovere il concetto di “regioni sostenibili” collegato alle realtà dei territori, diversi l’uno dall’altro, recuperando terre abbandonate per produzioni sinergiche, riqualificando i suoli, reindustrializzando siti inquinati e deindustrializzati, ripensando filiere agricole non più sostenibili, stimolando progetti sistemici. Importante “un network di regioni sostenibili attraverso protocolli d’intesa a livello nazionale ed europeo”. Tra i progetti “vincenti”, lo sviluppo delle bioplastiche (sacchetti biodegradabili) sviluppato da Novamont e utilizzato come propulsore di nuove tecnologie integrate. Questi alcuni numeri: 4 impianti primi al mondo con un investimento industriale complessivo che supera i 500 milioni di euro. Un altro esempio è la coltivazione del cardo come modello di “aridocoltura” (coltura in aree caratterizzate da scarsità di acqua), opportunità interessante per il sud Italia. E ancora, la “chimica verde”, nella quale sono coinvolte otto regioni italiane.


Ambiente: mons. Longoni (Cei), il Papa chiede “azioni concrete”. Unire “micro e macro”

0
0

Dopo la Laudato si’ e il Convegno di Firenze, “ci sentiamo impegnati dalle parole del Papa affinché il suo magistero diventi azione”. Lo ha detto monsignor Fabiano Longoni, direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro, concludendo i lavori del seminario di studio “Laudato si’: quale cura della casa comune? Dalla realtà all’azione”, promosso oggi a Roma dal suo Ufficio. Proponendo alcuni spunti emersi dalla giornata, Longoni ha detto: “Occorre passare dalla teoria alla realtà, il Papa a Firenze ha detto non solo di promuovere luoghi di discussione anche con ambienti laici, ma soprattutto di realizzare azioni concrete”. Di qui l’auspicio che “ogni diocesi possa tradurre questo impegno nella propria realtà”. Per quanto riguarda il concetto di casa comune, Longoni ha spiegato che “l’aggettivo ‘comune’ deriva da ‘munus’, che significa dono e debito. Casa comune come dono ricevuto da Dio e che dobbiamo restituire integro come ‘debito’, dovere”. E ancora: occorre dire “stop” al “si può fare” perché “non tutto ciò che à fattibile è lecito, esiste un limite etico da porsi”. Ecologia integrale e bene comune: “La nostra azione personale in questa realtà è importante quanto la firma dei nostri capi di Stati al protocollo di Parigi. Occorre unire il micro con il macro”. “Non si può contrapporre diritto all’ambiente a diritto al lavoro”, l’ultimo spunto sottolineato dal direttore dell’Ufficio Cei richiamando i casi di Taranto e di Marghera: “è necessario creare opportunità per tutti nella prospettiva di uno sviluppo sostenibile”. Al termine dell’incontro Pierluigi Malavasi (Università cattolica del Sacro cuore, Brescia) ha consegnato i diplomi del master di Alta scuola per l’ambiente, avviato dall’Ateneo.

Trivelle: Azione Cattolica Puglia, per il referendum “ci sentiamo di esprimere il nostro sì”

0
0

“Già il 1° settembre 2015, in occasione della Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato, avevamo espresso le nostre perplessità sulla questione delle trivellazioni nell’Adriatico, e adesso, in occasione del prossimo referendum, ci sentiamo di esprimere il nostro sì, semplicemente per esprimere liberamente il nostro sentimento e la scelta in favore del bene comune e della salvaguardia del creato”. È quanto scrive la delegazione pugliese di Azione Cattolica, riguardo “il referendum popolare sulle trivellazioni in mare per la ricerca e l’estrazione di idrocarburi, tra cui petrolio e gas”, che si celebrerà il 17 aprile. L’Azione Cattolica di Puglia “desidera impegnarsi per informare i cittadini sul referendum – prosegue la nota – a cui i media nazionali non stanno dedicando la giusta attenzione”. Desidera, inoltre, “stimolare i cittadini alla partecipazione referendaria” e “favorire la diffusione del quesito referendario, attraverso la diffusione di materiali” e la realizzazione di incontri e iniziative”. “Siamo convinti che, come dice Papa Francesco nell’ultima enciclica, il creato è la ‘casa comune’ e l’uomo deve viverlo con senso di responsabilità e prendendosene cura”, termina il comunicato.

Trivelle: mons. Santoro (Taranto), “esprimo, in termini personali, ragionevole fondamento al sì al referendum del 17 aprile”

0
0

L’arcivescovo della diocesi di Taranto, monsignor Filippo Santoro, si schiera a favore del sì nel referendum abrogativo del 17 aprile sulle trivellazioni in mare. Santoro, che è anche presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali, il lavoro, la giustizia e la pace, ha chiarito la sua posizione in una nota ufficiale inviata ai media. “Le piattaforme petrolifere al largo delle coste dell’Adriatico e dello Ionio – si legge – sono un’ulteriore aggressione a una realtà già fragile e vanno a intaccare la vocazione legata al mare, al turismo, alla pesca, all’agricoltura e all’artigianato di un territorio già ferito. La tecnologia non può non tenere conto delle conseguenze di un suo abuso che non contempli le possibili ripercussioni. Rifiutare le scelte facili anche in questo campo costituisce una risposta forte alle esigenze di una ‘ecologia integrale’ indispensabile per il nostro territorio e la nostra società”. Perciò, prosegue, “esprimo, in termini personali, ragionevole fondamento al sì al referendum del 17 aprile. Le ferite della nostra terra sono già molte e non devono aumentare. Gli equilibri dell’ecosistema dei mari, Ionio e Adriatico, sono estremamente fragili, e sono prospicienti territori che con fatica tentano di porre riparo ai danni che sono derivati da una discutibile e unilaterale gestione delle risorse”.

Salute: Banco farmaceutico Milano, raccolta medicinali per i poveri alla Fiera “Fa’ la cosa giusta”

0
0

Anche l’associazione “Banco farmaceutico Milano” è presente alla XIII edizione di “Fa’ la cosa giusta!”, la fiera nazionale del consumo critico e degli stili di vita sostenibili, organizzata da Terre di mezzo Eventi alla Fieramilanocity. Partecipa con un progetto per il recupero di farmaci validi e non scaduti nel padiglione 4. I prodotti saranno donati ai poveri. Il progetto è presente in 58 farmacie milanesi e finora ha raccolto oltre 59mila confezioni di farmaci, per un valore superiore a 815mila euro. In questa occasione i farmaci saranno donati all’Opera San Francesco per i poveri, alla Fondazione Fratelli San Francesco di Assisi onlus, all’Assistenza San Fedele onlus e al volontariato Caritas-Salesiani di Sesto San Giovanni. “Siamo lieti – dichiara Paolo Gradnik, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico onlus – di partecipare a questa iniziativa, unica nel suo genere, che si occupa di ecosostenibilità e qualità della vita. Il nostro progetto coniuga la solidarietà e la carità verso i più fragili con la sostenibilità ambientale: lo smaltimento dei farmaci ancora utilizzabili realizza il duplice effetto di garantire salute ai poveri e alleggerire l’ambiente dal sovraccarico di rifiuti speciali”.

Ambiente: al via “l’ora della terra”, anche la basilica di San Pietro alle 20.30 spegne le luci

0
0

Torna “Earth Hour”, l’Ora della Terra, la più grande mobilitazione globale in favore del risparmio energetico e contro i cambiamenti climatici. Singoli cittadini, istituzioni e imprese spengono le luci per un’ora, dalle 20.30 alle 21.30, lungo tutti i fusi orari. Anche in Vaticano si spegneranno le luci della Cupola, della facciata della Basilica Vaticana e del colonnato di San Pietro. L’iniziativa è stata lanciata nel 2007 dal Wwf coinvolgendo la sola città di Sidney. Oggi, la “grande ola di buio” percorre 178 Paesi e più di 7mila città in tutto il mondo. Il direttore esecutivo di “Earth Hour”, Siddarth Das, da Singapore ha ribadito la gioia “per come milioni di persone in tutto il mondo abbiano sposato la causa dell’ambiente”. Ha sottolineato che la gente oggi comprende maggiormente l’impatto dei cambiamenti climatici, aggiungendo che il surriscaldamento del globo è diventato un argomento quotidiano e personale. Secondo il direttore della campagna, “stiamo assistendo a un momento completamente nuovo nella battaglia per il clima che trascende confini e generazioni”.

Diocesi: Padova, online la seconda video-meditazione dei “tredici martedì”

0
0

“Nutrire gli abitanti del pianeta perché dal mondo scompaiano fame e povertà. E, soprattutto, perché siamo tutti responsabili di sprechi e illegalità. Sconfiggere gli squilibri socio-economici dipende quindi anche da noi”. È questa l’esortazione della seconda video-meditazione di padre Francesco Ruffato, pubblicata sul sito e sui social network dei frati francescani di Padova, nell’ambito dei “Tredici martedì”: la caratteristica devozione antoniana con cui per 13 settimane (fino al 7 giugno), alle ore 17, ci si prepara spiritualmente alla festa del santo. “Ispirati da sant’Antonio che si scagliava contro la ricchezza di pochi con tale orgoglio evangelico da farli convertire – dice Ruffato -, sollecito a condividere il pane quotidiano con chi non ce l’ha, perché dal mondo scompaiano la fame e l’inaccettabile discrepanza tra la ricchezza di pochi e l’estrema povertà di più di 800 milioni di persone. Ma il pane non solo manca, si spreca anche: la terra produce per sfamare 9 miliardi e mezzo di persone, ma solo il 43% dei prodotti coltivati a scopo alimentare viene effettivamente consumato”.

Trivelle: Aggiornamenti Sociali, “Informarsi e partecipare”

0
0

Del referendum sulle trivelle, in programma per il 17 aprile prossimo, si occupa il numero di aprile di Aggiornamenti Sociali, la rivista edita dai gesuiti, con un editoriale di Chiara Tintori, esperta di questioni ambientali. Dopo avere spiegato i contenuti del quesito referendario e lo scarso rilievo sinora dato dai mass media, che favorisce “un disinteresse che pesa sulla democraticità dell’intero processo”, Tintori esamina alcuni snodi del problema. In primo luogo, “ci troviamo dinnanzi a un esempio di conflitto di competenze tra autonomie locali e Governo centrale”, conferma della “confusione creata dalla riforma del Titolo V della Costituzione del 2001”. Un secondo nodo è il rischio di disaffezione, “a maggior ragione in una fase storica del nostro Paese in cui come cittadini tendiamo a una crescente estraneità verso le istituzioni democratiche, conseguente alla convinzione che la nostra opinione sia sostanzialmente irrilevante e che il nostro voto, anche referendario, serva a poco”. L’auspicio è che “nelle settimane che ci separano dal referendum si apra un dibattito pubblico serio e approfondito, che consenta a noi cittadini di scegliere consapevolmente come partecipare” e che si evitino “banalizzazioni da una parte e dall’altra”. L’invito è a “prepararsi al referendum con consapevolezza e responsabilità, perché è uno strumento di esercizio della nostra cittadinanza”. Infine, il referendum ha “una portata simbolica”, ma scrive l’esperta, consente “di compiere alcune riflessioni più ampie e lasciare aperte domande di lungo periodo”, come la nostra dipendenza dall’estero per gli idrocarburi, la riduzione degli investimenti, i possibili “tagli” sulla sicurezza. Per questo, conclude Chiara Tintori, “anche un referendum può essere l’occasione per chiederci verso quale futuro energetico ci stiamo incamminando”


Diocesi: mons. Santoro (Taranto), all’Ilva “le incertezze sul nostro futuro impoveriscono le speranze e ingrigiscono la nostra città tanto quanto i fumi”

0
0

“Le incertezze sul nostro futuro impoveriscono le speranze e ingrigiscono la nostra città tanto quanto i fumi. Non se ne abbiano coloro che hanno responsabilità su questo stabilimento, se vi manifesto tutto il malessere di Taranto. Non lo faccio con spirito polemico: non sono semplice osservatore, sono portavoce di tanti fratelli che sono in profonda sofferenza”. Lo ha detto oggi monsignor Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto, nella Santa Messa in preparazione alle feste pasquali, presieduta oggi nello stabilimento Ilva. “Senza disconoscere il lavoro e l’impegno di alcuno e l’interesse diretto del Governo su Taranto e in particolare sull’Ilva – ha proseguito il presule -, vi incoraggio con le parole dell’ enciclica Laudato si’ di Papa Francesco che dovranno essere punto di riferimento per la stesura di qualsiasi provvedimento riguardante l’Ilva e che sembrano essere state scritte per la nostra città”: “L’ambiente umano e l’ambiente naturale si degradano insieme, e non potremo affrontare adeguatamente il degrado ambientale, se non prestiamo attenzione alle cause che hanno attinenza con il degrado umano e sociale”. L’arcivescovo ha voluto “pregare” per le famiglie dei lavoratori, “impetrare da Dio il dono della salute, del lavoro. Affidare alla misericordia di Dio coloro che hanno perso la vita in questo stabilimento e abbracciare spiritualmente i loro cari”. All’inizio della celebrazione monsignor Santoro ha ricordato anche gli attentanti in Belgio: “I morti di Bruxelles ci lasciano tutti feriti e disorientati dinanzi a questa disumana strage prodotta da una mente terrorista perversa perché la peggiore perversione è uccidere in nome di Dio, come più volte ha denunciato Papa Francesco”. Un pensiero pure per “le tredici ragazze, di cui sette italiane, impegnate nel progetto Erasmus, morte in Spagna. Fiori falciati da una gravissima e colpevole leggerezza non solo dell’autista del bus che le conduceva”.

Trivelle: Acli, votare ‘Sì’ al referendum per “pensare a un modello energetico pulito”

0
0

Le Acli aderiscono al Comitato per il Sì al referendum del 17 aprile per fermare le trivelle per l’estrazione di idrocarburi nei mari italiani. Lo rende noto oggi una nota della presidenza nazionale Acli. “Il primo appello che rivolgiamo al corpo elettorale – spiega Alfredo Cucciniello, responsabile Cittadinanza attiva della presidenza nazionale Acli – è quello per il voto. È importante recarsi a votare, per non sciupare questa occasione di partecipazione democratica su un tema di primaria importanza come quello energetico e ambientale. Infatti, il quesito sulle trivelle chiama in causa temi di primaria importanza: l’ambiente, il lavoro, la salute, la vocazione turistica del Paese, lo sviluppo sostenibile”. “In secondo luogo – prosegue Cucciniello – le Acli invitano a votare ‘Sì’ per contribuire a riavviare un dibattito sull’esigenza di pensare ad un modello energetico pulito, basato sulle energie rinnovabili”, riconoscendo che “le quantità di gas e petrolio che estraiamo nei nostri mari sono esigue rispetto al fabbisogno nazionale”, mentre “le attività estrattive sono inquinanti, con impatti sull’ambiente e sull’ecosistema marino, con danni al turismo, alla fauna e all’attività di pesca”. Inoltre, segnala, “eventuali incidenti avrebbero effetti disastrosi, dato che il Mediterraneo è chiuso”, e dal 1977 al 2010 si sono già verificati 132 incidenti, in 52 dei quali “c’è stata dispersione del carico (312.000 tonnellate di petrolio in mare)”. L’esponente aclista sottolinea altresì che “alla Cop 21 di Parigi l’Italia si è impegnata a contenere il riscaldamento e ad abbandonare le fonti fossili”, mentre nega che vi siano ripercussioni occupazionali, “in quanto in caso di vittoria del Sì verrebbe meno solo la possibilità di proroga delle concessioni”, alcune delle quali scadono tra 20 anni, ma non si avrebbe “la cessazione immediata delle estrazioni”.

Inchiesta Eni: don Dattero (diocesi Potenza), “hanno avvelenato il territorio fregandosene di noi”

0
0

“È lo smaltimento illecito dei rifiuti la vera questione, che sta passando in secondo piano parlando solo di corruzione. Si tratta di interessi economici che hanno danneggiato il nostro territorio e la salute della popolazione”. A parlare con veemenza è don Salvatore Dattero, direttore dell’Ufficio per i problemi sociali e il lavoro dell’arcidiocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo, all’indomani dello scoppio dell’inchiesta che vede coinvolti i vertici dell’Eni e ha portato, tra l’altro, alle dimissioni del ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi. “La gestione illecita dei rifiuti violando le procedure previste per quelli pericolosi ha portato all’Eni un interesse economico di circa 60 milioni di euro secondo le indagini, ma di certo ha rovinato il nostro territorio provocando anche un aumento dei tumori”. Il sacerdote ricorda come da tempo il sindaco di Pisticci, Vito Di Trani, denunci le “esalazioni del Tecnoparco”, ora finito sotto indagine, e “i rischi per la salute”, “ma finora – lamenta don Dattero – Di Trani ha gridato nel deserto, inascoltato da tutti, comprese le autorità che avrebbero dovuto controllare”. “Questa è la cosa più grave e che fa più rabbia – grida il sacerdote –: hanno inquinato il nostro ambiente fregandosene di noi, di tutto e di tutti. Per risparmiare denaro, come ha rilevato ieri il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, hanno avvelenato il territorio con meccanismi truffaldini”.

Energia, scommessa comune per i 28. E l’Europa ora punta su rinnovabili ed efficienza

0
0

Si dice “energia” ma s’intende economia, ricerca, investimenti, infrastrutture, sostenibilità ambientale e, soprattutto, politica. Perché l’energia ha a che fare con la maggior parte delle nostre azioni quotidiane – dall’accendere la luce appena svegli ad avviare il motore dell’auto, dal comunicare con uno smartphone a riscaldare il proprio appartamento – e al contempo richiede grandi decisioni geostrategiche, onerosi contratti per gli approvvigionamenti, innovazioni tecnologiche per sfruttare le fonti “pulite”, realizzazioni intercontinentali di gasdotti o oleodotti, leggi per il risparmio e l’efficienza energetica… Insomma la questione energetica, in un tempo in cui i consumi nel settore crescono in tutto il pianeta, è assolutamente complessa e non consente semplificazioni. L’Unione europea, seconda economia mondiale, dipende per il 53% del suo fabbisogno da fornitori esterni (fra cui Paesi Arabi, Russia, Norvegia, Nord Africa – con una bolletta complessiva di 400 miliardi di euro l’anno); così al suo interno, dopo decenni di incertezze, sta decollando, non senza fatica, un percorso verso la creazione di una Unione dell’energia in grado di fornire a cittadini e aziende rifornimenti sicuri, sostenibili e a prezzi decrescenti. Il dibattito è in corso e coinvolge i 28 Stati membri e le istituzioni di Bruxelles.

 

Si registra un cambio di passo. Sin dai suoi albori l’integrazione comunitaria ha posto al centro dei suoi interessi la questione energetica: non a caso i trattati istitutivi del 1957 diedero vita alla Cee (Comunità economica europea) e alla Ceea (Comunità europea dell’energia atomica, o Euratom). Ma da lì in poi i progressi in tale settore rimasero piuttosto modesti. Negli ultimi 10-15 anni l’Ue ha cambiato passo e di recente si è affermata la convinzione che occorra creare una vera e propria Unione dell’energia, così come si sta procedendo verso il Mercato unico e una Unione economica e monetaria. Un anno fa, il Consiglio europeo (riunione dei 28 capi di Stato e di governo Ue) del marzo 2015, metteva nero su bianco un documento rivolto proprio in questa direzione. “L’Ue è impegnata a costruire una Unione dell’energia – vi si legge – con politiche lungimiranti in materia di clima sulla base della strategia quadro della Commissione, le cui cinque dimensioni sono strettamente interrelate: sicurezza energetica, piena integrazione del mercato interno, efficienza energetica per contenere la domanda, decarbonizzazione dell’economia”, ossia meno ricorso a petrolio e carbone, “nonché ricerca, innovazione e competitività”.

 

Verso un mercato integrato. Le tappe per l’effettiva costruzione di un mercato integrato dell’energia non saranno brevi, ma appare significativo il fatto che tutti i Paesi dell’Unione abbiano avvertito la necessità di “fare squadra” e di avviare una politica comunitaria in tale settore, confermando il fatto che l’azione dei singoli Stati non è più all’altezza delle sfide in atto. In particolare il Consiglio europeo – con il supporto di Parlamento e Commissione Ue – concentra l’attenzione su alcuni aspetti operativi: accelerare i progetti delle infrastrutture per importare e distribuire (interconnessione) energia elettrica e gas; potenziare il quadro legislativo per la sicurezza degli approvvigionamenti; sostegno al settore delle fonti rinnovabili; istituire partenariati strategici con i Paesi produttori e di transito. Nel frattempo l’Ue si è data degli obiettivi complessivi per il periodo 2010-2020 (benché differenziati da Paese a Paese a secondo della situazione di partenza) che stanno per essere raggiunti, pur constatando che non tutti i Paesi fanno la loro parte con eguale impegno. Tali obiettivi (i cosiddetti 20-20-20) sono: riduzione del 20% dei gas a effetto serra rispetto al 1990; utilizzo, nel mix energetico complessivo, del 20% di fonti rinnovabili (eolica, solare, idroelettrica, marina, geotermica, biomasse e biocarburanti); miglioramento del 20% dell’efficienza energetica.

 

Sensibili differenze tra gli Stati. Restano, a livello Ue, da risolvere vari problemi. Ad esempio occorre aumentare i fondi per gli investimenti in infrastrutture (si pensi ai gasdotti North Stream e South Stream), accrescere quelli per la ricerca sulle rinnovabili, “svecchiare” i parchi eolici in vari Paesi, mettere in sicurezza le numerose centrali nucleari presenti nel continente…

Tutto questo alla luce di mix energetici nazionali assai differenti fra loro.

Nel solo ambito delle rinnovabili si può osservare che a livello Ue si è passati da un ricorso alle “energie pulite” pari all’8% del fabbisogno nel 2004 all’attuale 17%. Ma la Svezia si serve delle rinnovabili per il 52% del suo fabbisogno, seguita da Lettonia (37%), Finlandia (36), Austria (32), Danimarca (29). Paesi a intenso sviluppo economico sono però sul fronte opposto: i Paesi Bassi usano rinnovabili per il 4% del totale, il Regno Unito (che si affida molto al petrolio estratto nel Mare del Nord) è al 5%. La Germania, che in valore assoluto è il maggior produttore europeo di energia pulita, copre con essa solamente il 13% del suo fabbisogno (grande utilizzo di gas importato), la Francia il 14% (forte ricorso al nucleare), l’Italia il 17% (Paese che in dieci anni ha più che raddoppiato produzione e utilizzo di rinnovabili). Il percorso verso l’Unione dell’energia è avviato; per la sua realizzazione occorrerà invece ancora del tempo.

 

Diocesi: Taranto, referendum trivelle è “occasione per primo passo” verso la “conversione ecologica integrale”

0
0

Il referendum del prossimo 17 aprile sulle trivellazioni in mare “è l’occasione per compiere un primo passo verso quella ‘conversione ecologica integrale’ sollecitata da papa Francesco al n. 107 della Laudato si’”. Lo sostiene la Commissione per la custodia del Creato dell’arcidiocesi di Taranto, invitando a “un’approfondita discussione su questo tema, riflettendo sul quesito nei nostri consigli pastorali prima della consultazione referendaria”. “La discussione in atto – afferma al Commissione – è incentrata sui possibili pericoli di questa attività per l’ecosistema, non solo in caso di eventuali incidenti, ma anche nel corso della normale attività estrattiva, e questo dato non è trascurabile in un territorio come il nostro, già fortemente condizionato in negativo dalle attività produttive presenti. Il rischio è che, oltre al danno ambientale e sulla salute delle popolazioni, possano prodursi effetti negativi sul piano occupazionale per diversi comparti, quali il turismo, la mitilicoltura, la pesca, il patrimonio culturale. C’è poi la questione dei cambiamenti climatici”. La Commissione avverte altresì che “la specificità tecnica della questione non ci esonera dalla partecipazione al referendum, quale basilare strumento di democrazia diretta soprattutto a fronte della costante compressione degli spazi di informazione, di partecipazione e, in ultima analisi, di controllo popolare nelle scelte strategiche per il territorio”.

Religiose: Uisg, dal 9 al 13 maggio l’Assemblea delle superiori generali a Roma

0
0

Dal 9 al 13 maggio si svolgerà a Roma la XX Assemblea plenaria dell’Unione internazionale delle superiore generali: si incontreranno più di 900 Religiose, leaders di altrettante Congregazioni femminili di vita apostolica, provenienti da tutti i continenti, intorno al tema “Tessere la solidarietà globale per la vita”. Ne dà notizia un comunicato stampa che segnala che “la sfide che interpelleranno le partecipanti ruotano intorno ad alcuni ‘segni dei tempi’ come la Terra-Casa comune, le Periferie esistenziali e sociali (migranti, tratta, pace) e la risposta apostolica come donne consacrate”. Aiuteranno alla riflessione le suore: Carmen Sammut (presidente della Uisg), Patricia Murray (segretaria esecutiva della Uisg), Carol Zinn, Mary Sujita, Marian Ambrosio. Sarà ospite anche Sr. Rosemarie Nassif della Conrad N. Hilton Foundation – Fondazione di famiglia nata nel 1944 dall’uomo che ha dato vita agli Hotels Hilton e che sostiene economicamente le realtà non profit che operano per migliorare la vita delle persone vulnerabili nel mondo – e parlerà di come “Sostenere l’emergere di una sororità globale”. L’Assemblea si chiuderà con una Dichiarazione finale di impegni per declinare nel concreto le sfide ambientali e sociali del nostro tempo. Tutte le Superiore Generali saranno chiamate a rispondere alla domanda “Cosa significa per me impegnarmi per la solidarietà globale come religiosa e come leader della congregazione?”.

Referendum trivelle: Ceer, “guardare oltre al risultato possibile della consultazione”

0
0

“La partecipazione al voto ‘nelle forme previste dall’istituto referendario’ costituisce un significativo momento di vita democratica” ed “ è richiesta dall’esercizio della democrazia”. Lo sottolinea in una nota la Consulta regionale per la pastorale sociale e del lavoro della Conferenza episcopale dell’Emilia Romagna (Ceer), in riferimento al prossimo referendum del 17 aprile sulle trivellazioni in mare. “Ogni consultazione – aggiunge – va vissuta come responsabilità nei confronti del Bene Comune e, in questo caso, dell’ambiente”. Al tempo stesso la Consulta invita a “guardare oltre al risultato possibile della consultazione”, riconoscendo che “qualunque sia l’esito resta aperto il problema delle decisioni politiche che comunque dovranno essere prese”. E, a tal riguardo, segnala quattro priorità da tenere presenti: “Il problema del lavoro di chi è coinvolto nel settore; la necessità e l’urgenza di un graduale, ma deciso passaggio alle energie rinnovabili, così come sollecita l’enciclica Laudato si’; la promozione di adeguate politiche di sostegno all’industria delle energie rinnovabili; da parte del Governo porre un limite temporale allo sfruttamento dei giacimenti”.


Laudato si’: Bari, lunedì il convegno “La cura della casa comune”

0
0

Ricercare uno sviluppo sostenibile e integrale per costruire la nostra “casa comune”. Su questo tema, individuato da Papa Francesco nella enciclica “Laudato sii”, ruoterà il convegno “La cura della casa comune”, che si terrà al Nicolaus Hotel di Bari lunedì 11 aprile (dalle ore 16) e martedì 12 aprile (dalle ore 9), su iniziativa della Facoltà teologica pugliese. Lunedì, dopo i saluti dell’arcivescovo di Bari-Bitonto e gran cancelliere della Facoltà teologica pugliese, Francesco Cacucci, e del preside della Facoltà teologica pugliese, Angelo Panzetta, seguiranno le relazioni di Romano Prodi, presidente della Fondazione per la collaborazione tra i popoli, su “La casa comune mi interessa” e Antonio Scattolini, docente di Pastorale dell’Arte dell’Issr di Verona, sul tema “Immagini del creato nell’arte”. Martedì 12, aprirà i lavori Annalisa Caputo, docente di filosofia della Facoltà teologica pugliese e dell’Università di Bari, che parlerà sul tema “Volti dell’abitare”. Sull’argomento “Dono e responsabilità per una casa comune” parleranno Simone Morandini, docente di Teologia ecumenica dell’Istituto di studi ecumenici “San Bernardino” di Venezia, e Panaghiotis Yfantis, docente di Teologia dell’ Università di Tessalonica.

Earth Day: a Roma il Villaggio della Terra a Villa Borghese. Focolari, un laboratorio di comunione e fratenità

0
0

In occasione della 46ª giornata mondiale della Terra, apre a Roma il Villaggio per la Terra. Dal 22 al 25 aprile andranno in scena nella Capitale quattro giorni dedicati alla tutela del pianeta e alla solidarietà, scanditi da numerosi eventi culturali, concerti e spettacoli dal vivo, un villaggio per bambini, giochi e attività sportive all’aria aperta. Giunto alla sua terza edizione, il Villaggio per la Terra allestito a Villa Borghese in occasione dell’Earth Day sarà ricco di appuntamenti e importanti novità. Oltre ai temi classici della tutela ambientale, infatti, saranno affrontate questioni strettamente legate al tema della sostenibilità, come la legalità, l’immigrazione e la partecipazione civica. La manifestazione è frutto di una collaborazione con il ministero dell’Ambiente, quello dell’istruzione e Roma Capitale, tutti coinvolti in numerosi progetti legate al tema dell’educazione ambientale. L’iniziativa assume quest’anno un significato molto particolare: la data della 46ª giornata mondiale della Terra è stata infatti scelta dal segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon, per la ratifica dell’accordo sul clima di Cop 21 siglato lo scorso dicembre a Parigi. Ma il tema ambientale ha ricevuto un grande impulso negli ultimi mesi anche grazie all’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco e alla forte mobilitazione di tutto il mondo cattolico sul versante della “cura della casa comune”. Per questo motivo, ha voluto unirsi all’Earth Day anche il Movimento dei Focolari, che sarà impegnato all’interno del Villaggio con un laboratorio di comunione, conoscenza e fraternità tra culture e popoli diversi che coinvolge ogni anno 182 paesi del mondo e che animerà dibattiti ed eventi.

Referendum trivelle: Conferenza episcopale sarda, “prendere una posizione ragionata e documentata”

0
0

Si è parlato anche dell’imminente referendum pro o contro le trivellazioni a mare, durante la seduta ordinaria della Conferenza episcopale sarda, svoltasi nei giorni scorsi a Cagliari. Si tratta di “una questione particolarmente importante e delicata rispetto alla quale i cittadini tutti e i cattolici in particolare sono chiamati a prendere una posizione ragionata e documentata”, ammoniscono i presuli, che in linea con il Consiglio episcopale permanente della Cei concordano che l’argomento sia dibattuto e approfondito nelle comunità ecclesiali “per favorirne una soluzione appropriata alla luce dell’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco”. “La salvaguardia del Creato, che comprende sempre anche la dimensione dell’ecologia umana e la promozione del lavoro per l’uomo, posto dal Creatore a custodire e coltivare la terra, è un impegno e una responsabilità di tutti, cittadini e istituzioni”, si legge nel comunicato: al tempo stesso, “la ricerca tecnologica di energie rinnovabili e sempre meno inquinanti è una priorità non più procrastinabile”. Per quanto riguarda la Facoltà Teologica, i vescovi hanno preso atto della disponibilità dei superiori della Provincia italiana della Compagnia di Gesù di continuare ad assicurare il loro servizio presso l’importante istituzione accademica, nella quale sono presenti da circa 90 anni, prima a Cuglieri e poi a Cagliari. Presenza che ne comprende anche la guida, attraverso la figura del preside. Anche sul Seminario regionale si sta lavorando per affiancare all’attuale nuovo rettore, don Antonio Mura, una nuova equipe educativa che con l’inizio del prossimo anno assicuri stabilità progettuale e formativa ai futuri sacerdoti della Sardegna. In questa linea si colloca anche l’approvazione definitiva del Regolamento interno che entrerà in vigore con il prossimo anno. Ampio spazio anche all’approvazione del nuovo Statuto della Consulta regionale dei beni culturali ecclesiastici e dell’edilizia di culto. La Conferenza, infine, ha nominato don Fabio Marras ,della diocesi di Oristano, consulente ecclesiastico regionale della Coldiretti Sardegna.

Referendum trivelle: diocesi Gaeta, appello per “recarsi alle urne” a esprimersi “su temi così delicati”

0
0

“Invito i cittadini della nostra arcidiocesi a recarsi alle urne per esprimere la loro opinione su temi così delicati, che coinvolgono la tutela del nostro mare e l’uso di fonti di energia non rinnovabili”. A lanciare l’appello a partecipare domenica prossima, 17 aprile, al referendum abrogativo della durata delle trivellazioni in mare è don Simone Di Vito, direttore dell’Ufficio per i problemi sociali e il lavoro della diocesi di Gaeta. Secondo la dottrina sociale della Chiesa – ricorda il direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi, don Maurizio Di Rienzo, il referendum è “strumento di partecipazione politica, in cui si realizza una forma diretta di accesso alle scelte politiche. L’istituto della rappresentanza non esclude, infatti, che i cittadini possano essere interpellati direttamente per le scelte di maggiore rilievo della vita sociale”. A Gaeta, informa il comunicato – in cui si cita anche la recente affermazione di monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei: “Non c’è un sì o un no da parte dei vescovi al referendum”, ma piuttosto deve esserci un sereno dibattito anche alla luce dell’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco e del magistero della Chiesa su temi ambientali – c’è stata “grande sensibilità verso il referendum anche nelle parrocchie, con momenti di confronto costruttivi”, come gli incontri organizzati il 9 aprile a S. Giacomo in Gaeta e il 10 aprile a S. Erasmo in Formia, come pure nelle diverse aggregazioni e gruppi ecclesiali. “La tutela dell’ambiente passa anche attraverso sagge scelte di politica ambientale ed economica”, scrive Di Rienzo. “Proprio la conflittualità di competenze tra Stato e Regioni su un tema così importante, nonché diversi orientamenti in materia energetica, hanno portato alla consultazione referendaria”, ricorda Di Vito: “L’auspicio è che tutte le istituzioni, ad ogni livello, mettano in atto buone pratiche orientate a uno sviluppo sostenibile per la tutela della nostra casa comune”.

Referendum Trivelle: diocesi di Fano, “votiamo sì e modifichiamo i nostri stili di vita”

0
0

L’Ufficio pastorale per i problemi sociali e lavoro, giustizia, pace e custodia del creato della diocesi di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola e la Commissione diocesana per i problemi sociali e lavoro, giustizia, pace e custodia del creato, intervengono sul referendum sulle trivellazioni in programma domenica 17 aprile. “È importante – scrivono – sottolineare la necessità che tutti partecipino al referendum popolare. La partecipazione è il modo concreto per dimostrare che questa cosa ci riguarda, come tutto ciò che è legato alla cura della casa comune, come Papa Francesco definisce la terra nell’enciclica ‘Laudato Sì’”. Un dovere come cristiani, secondo la diocesi, di partecipare ad attività che comportano decisioni sul futuro delle risorse naturali ma anche la necessità di lanciare un forte segnale politico perché le scelte economiche ed energetiche in Italia cambino direzione: “Anche i vescovi italiani – prosegue la nota – hanno invitato a confrontarsi sulla questione trivelle concordando circa l’importanza che essa sia dibattuta nelle comunità. Come dice Papa Francesco l’ambiente è uno di quei beni che i meccanismi del mercato non sono in grado di difendere o di promuovere adeguatamente pertanto rinnoviamo il nostro invito ad andare alle urne e votare Sì e, soprattutto, a modificare gli stili di vita di ciascuno di noi contribuendo, a partire da subito, ad avere più cura dei nostri territori e del nostro mare”.

Viewing all 2544 articles
Browse latest View live




Latest Images