Quantcast
Channel: Ambiente – AgenSIR
Viewing all 2544 articles
Browse latest View live

Pace: Comitato civiltà dell’amore/EcoOne, domani un convegno in Vaticano su disarmo nucleare e sfide ambientali

$
0
0

Si terrà domani, 8 maggio, alle 9.30 presso l’Istituto Maria Santissima Bambina, in Vaticano, il convegno “Pace nucleare e sfide ambientali” nell’Europa da cristiani, organizzato dal Comitato per una Civiltà dell’amore in collaborazione con EcoOne. Introdurrà i lavori la presidente onoraria del Comitato, Maria Romana De Gasperi, con il presidente del centro studi Cesipi, Franco Mangialardi, e il docente dell’Università Niccolò Cusano, Nicola Colacino. A seguire si terranno le relazioni, coordinate da Giuseppe Rotunno, dedicate alla grande sfida della pace e del creato. I temi trattati riguarderanno: la lotta alla povertà, lo sforzo di pacificazione della Corea, il disarmo nucleare, le sfide ambientali nell’ottica dell’enciclica Laudato si’ e la sicurezza nucleare. Gli incontri della mattinata si concluderanno alle 12.30 e riprenderanno alle 13.45 con il tavolo di lavoro sulla sicurezza nucleare come esempio per la sicurezza ambientale a cura di Massimo Sepielli. A conclusione dell’evento si terrà un incontro con la stampa. Per partecipare e iscriversi consultare il sito: www.nuclearforpeace.org


Notizie Sir del giorno: consultazioni, morte Olmi, migranti venezuelani, Papa su schiavitù, Minniti su migranti, prete arrestato in Brasile, giovani e lavoro in Piemonte

$
0
0

Quirinale: impossibile un governo “politico”, Mattarella propone un “governo neutrale” sino a fine 2018

I partiti rappresentati in Parlamento “consentano attraverso il voto di fiducia che nasca un governo neutrale, di servizio”, “neutrale rispetto alle forze politiche”. “Laddove si formasse nei prossimi mesi una maggioranza parlamentare questo governo si dimetterebbe con immediatezza per lasciare campo libero a un governo politico. Laddove, invece, tra i partiti in Parlamento non si raggiungesse alcuna intesa quel governo neutrale dovrebbe concludere la sua attività a fine dicembre, approvata la manovra finanziaria, per andare subito dopo a nuove elezioni”. È la road map tracciata dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al termine del terzo giro di consultazioni dalle quali ha avuto conferma che tra le forze politiche, al momento, non sono possibili accordi per sostenere un governo “politico”. “Quali che siano le decisioni che assumeranno i partiti, è doveroso – ha ammonito Mattarella – dar vita ad un nuovo governo. Non si può attendere oltre”. “Continuo ad auspicare, naturalmente, un governo con pienezza di funzioni – ha spiegato – che possa amministrare il nostro Paese senza i limiti operativi di un governo dimissionario, che metta in condizione il Parlamento di svolgere appieno la sua attività, che abbia titolo pieno per rappresentare l’Italia nelle imminenti e importanti scadenze nell’Unione europea dove a giugno si assumeranno decisioni che riguardano gli immigrati, il bilancio dei prossimi 7 anni, la moneta comune”. A chi farà parte di questo “governo di garanzia”, ha assicurato il Capo dello Stato, “chiederò l’impegno a non candidarsi alle elezioni”. Mattarella ha spiegato anche che “non ci sono i tempi per un voto entro giugno” mentre “sarebbe possibile svolgerlo in piena estate, ma sinora si è sempre evitato di farlo”. “Si potrebbe fissarle per l’inizio d’autunno”, ma il presidente ha comunicato le “preoccupazioni” che “non vi sia dopo il voto il tempo per elaborare ed approvare la manovra finanziaria e il bilancio dello Stato” con “il conseguente e inevitabile aumento dell’Iva e con gli effetti recessivi che l’aumento di questa tassa provocherebbe” oltre al “rischio ulteriore di esporre il nostro Paese a manovre e offensive della speculazione finanziaria sui mercati internazionali”. Mattarella ha chiesto alle forze politiche “assunzione di responsabilità, nell’interesse dell’Italia”. Se il governo “politicamente neutrale” non trovasse la fiducia del Parlamento, “resterebbe in carica per le elezioni, da svolgere o in piena estate ovvero in autunno”. (clicca qui)

Ermanno Olmi: morto nella notte ad Asiago il regista bergamasco all’età di 87 anni

È morto ad Asiago nella notte tra domenica 6 e lunedì 7 maggio il regista Ermanno Olmi, che avrebbe compiuto 87 anni il prossimo 24 luglio. Era stato ricoverato pochi giorni prima per un malore, ma da anni conduceva una battaglia con un male logorante, lotta che aveva anche condiviso pubblicamente in più di un’occasione. Le ultime uscite risalgono alla presentazione del suo film “Vedete, sono uno di voi” del 2017, dedicato alla figura del card. Carlo Maria Martini; un film che, come aveva sottolineato la figlia Elisabetta, “per papà (anche se non lo ha detto esplicitamente) è un po’ come un testamento artistico”. Lunga la carriera del regista e sceneggiatore, profondamente influenzato dalla cultura cattolica che ha attraversato tutta la sua attività. L’esordio cinematografico risale alla soglia degli anni Sessanta, nel 1959, con “Il tempo si è fermato”, ma le prime opere veramente importanti sono “Il posto” (1961), “I fidanzati” (1963) nonché il film su Giovanni XXIII “E venne un uomo” (1965). Il successo internazionale arriva con “L’albero degli zoccoli” (1978), premiato con la Palma d’oro al Festival di Cannes, mentre la Mostra del Cinema di Venezia lo proclama vincitore, assegnandogli il Leone d’oro nel 1989, per “La leggenda del santo bevitore”. E a Venezia tornerà poi nel 2008 per ricevere il Leone d’oro alla carriera così nel 2011 per presentare fuori Concorso “Villaggio di cartone”. (clicca qui)

Santa Sede: con otto episcopati latino-americani al via “ponti di solidarietà” con i migranti venezuelani

Dai centri di prima accoglienza dove dormire e mangiare fino all’assistenza spirituale. Dall’aiuto nelle pratiche di regolarizzazione fino ai servizi per la ricerca di lavoro, alloggio, formazione e integrazione sociale. Per centinaia di migliaia di migranti in fuga dal Venezuela verso otto Paesi dell’America Latina – Colombia, Brasile, Ecuador, Perù, Paraguay, Cile, Bolivia, Argentina –, le rispettive Conferenze episcopali lanciano “ponti di solidarietà”, con il sostegno e il coordinamento della Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio per lo sviluppo umano integrale. Il progetto si intitola “Ponti di solidarietà – Piano pastorale integrato per assistere i migranti venezuelani in Sud America” ed è stato presentato questa mattina in Sala stampa vaticana: partito due settimane fa, durerà due anni. Sarà finanziato con circa 800.000 euro da donazioni private e fondi delle otto Conferenze episcopali. (clicca qui)

Migranti: Minniti, “104.000 arrivi in meno dalla Libia e 25.000 rimpatri volontari”

L’Unhcr (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati) “ha già selezionato in Libia 1.500 persone che hanno diritto alla protezione internazionale. 350 le ha già prese l’Italia con i corridoi umanitari”. Mentre l’Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni) ha effettuato finora “25.000 rimpatri volontari assistiti dalla Libia verso i Paesi africani di provenienza” e le istituzioni giudiziarie libiche “hanno spiccato 200 mandati di cattura nei confronti di trafficanti”. Questo ha fatto sì che dal 1° luglio 2017 al 30 aprile 2018 “siano arrivate in Italia 104.000 persone in meno”: sono le cifre fornite oggi pomeriggio a Roma dal ministro dell’interno Marco Minniti, durante la sua conferenza su “Immigrazione, accoglienza e integrazione” nella sede della Sioi (Società italiana per l’organizzazione internazionale). Minniti ha difeso i contestati accordi tra Italia e Libia, presentandoli come un “modello di gestione dei flussi migratori, nella realtà più difficile e complicata possibile”. Il ministro dell’interno ha ricordato che, nonostante la Libia non abbia ancora firmato la Convenzione di Ginevra, “prima non era possibile nemmeno avere sul posto gli operatori delle organizzazioni internazionali, ora sì”. (clicca qui)

Papa Francesco: videomessaggio a Forum schiavitù, “nessuno può lavarsi le mani”, no a “ipocrisia” e “impunità totale”

Oggi nel mondo 40 milioni di persone, “soprattutto donne e bambini”, sono vittime della schiavitù, una piaga che ha radici antiche ma si manifesta oggi “in molte forme diverse: traffico di esseri umani, sfruttamento del lavoro, violenza sui bambini, violenza sessuale e lavori forzati”. A denunciarlo è il Papa, in un videomessaggio inviato oggi ai partecipanti al secondo Forum internazionale sulla schiavitù moderna, promosso dal patriarca ecumenico Bartolomeo, arcivescovo di Costantinopoli, in collaborazione con l’arcidiocesi di Buenos Aires e con il “Patriarch Athenagoras Orthodox Institute” di Berkeley (California). Nel videomessaggio in spagnolo, Francesco torna a condannare la schiavitù in tutte le sue forme, “una più grave e disumana dell’altra”, ed afferma che di fronte a questa “realtà tragica” – se fosse una città “sarebbe la più grande megalopoli del nostro pianeta, quattro volte la popolazione di tutta l’area urbana di Buenos Aires” – “nessuno può lavarsi le mani”, “se non vuole essere, in alcun modo, complice di questo crimine contro l’umanità”. Di qui la necessità di “una strategia” che rompa “il velo di indifferenza che sembra ricoprire la sorte di questa porzione di umanità che soffre”. “Tutti siamo chiamati ad uscire da qualunque forma di ipocrisia”, esclama Francesco evidenziando la necessità di rompere la “catena di consumo” che produce le varie forme di schiavitù, reclamate tutte dai “consumatori dei ‘servizi’ che offrono uomini, donne e bambini convertiti in schiavi”. Altro imperativo: invertire la tendenza che porta alla “totale impunità” di chi si macchia di questi crimini, di cui sono vittima soprattutto “i Paesi che soffrono la povertà estrema”. (clicca qui)

Brasile: campagna per la liberazione di padre José Amaro, arrestato da 40 giorni. Padre Bossi (comboniano), “aggressione che viene da lontano”

Prosegue in Brasile la campagna per la liberazione di padre José Amaro Lopes (#PadreAmaroLivre), agli arresti dallo scorso 27 marzo, membro dell’équipe pastorale della prelatura di Xingu (Stato del Pará, nel cuore dell’Amazzonia) e dell’équipe della Commissione pastorale della terra (Cpt). Proprio da quest’ultimo organismo arriva la più recente mobilitazione, con una raccolta di firme in rete e l’avvio di una campagna nazionale. Padre Amaro ha operato a fianco della missionaria suor Dorothy Mae Stang, assassinata nel 2005 per la sua azione a favore dei diritti umani e dello sviluppo sostenibile. Il sacerdote è stato arrestato dalla Polizia di Amapu, in seguito all’emissione di un ordine d’arresto della magistratura della stessa città, con l’accusa di “essere a capo di un’associazione criminale”. Spiega dal Brasile padre Dario Bossi, missionario comboniano che opera al confine tra gli Stati del Maranhão e Pará e uno dei principali animatori della Repam (Rete ecclesiale panamazzonica): “La vicenda di padre Amaro va contestualizzata nella struttura sistematica di aggressione alle terre dell’Amazzonia. È come se ci fossero due progetti in conflitto, un tema che dovrà essere assunto anche dal Sinodo speciale per l’Amazzonia. In questo conflitto c’è una lunga storia di aggressione, minaccia, criminalizzazione, che viene da lontano, non riguarda solo padre Amaro, ma lui fa parte di questa catena”. Prosegue il missionario: “La denuncia contro padre Amaro è stata preparata da tempo e montata strategicamente contro di lui, tra l’altro toccando la sfera morale, che non ha nulla a che vedere con le questioni per cui è accusato e che ora è stata esclusa dal processo giuridico. È una denuncia che parte dall’alleanza sempre più esplicita tra il potere economico, quello giudiziario e di polizia”. (clicca qui)

Giovani e lavoro: Torino, in dieci anni disoccupazione passata dal 18,3 al 35,9%. In Piemonte 67mila giovani in situazioni particolarmente critiche

A Torino, in dieci anni, la disoccupazione giovanile è passata dal 18,3 al 35,9%, in Piemonte dal 14,5 al 36%. È uno dei dati più impressionanti emersi dall’indagine “Povertà e disagio. Tra i giovani senza lavoro: un’analisi della situazione torinese e piemontese” che oggi è stata illustrata dalla diocesi di Torino alla presenza dell’arcivescovo Cesare Nosiglia. “In Piemonte – ha spiegato Mauro Zangola, curatore della ricerca per conto della diocesi subalpina – il tasso di disoccupazione è 3 punti superiore a quello della Lombardia, del Veneto e dell’Emilia Romagna; quello giovanile è superiore di circa un terzo a quelli delle stesse aree. A Torino i divari nei tassi sono in alcuni casi più consistenti a riprova delle maggiori difficoltà che incontra l’area torinese ad offrire occasioni di lavoro alle nuove generazioni”. “In soli dieci anni – ha proseguito Zangola – l’incidenza della povertà assoluta tra i 18-34enni è passata dall’1,9 al 10,4%; è diminuita, al contrario, tra gli over 65 (dal 4,8 al 3,9%). Prendendo a riferimento le stesse percentuali di incidenza si ricava che i giovani piemontesi che vivono in situazioni particolarmente critiche sono 67.000; i torinesi 35.000”. Per l’arcivescovo Nosiglia, la ricerca “ci costringe a prendere visione della realtà, quella vera e non solo reclamizzata dalle statistiche ufficiali, e ci stimola a fare tutti la nostra parte per tenere vivo il problema e a esercitare tutta la pressione anche mediatica per suscitare risposte positive e concrete a queste situazioni”. (clicca qui)

Laudato si’: diocesi Rieti e Slow Food promuovono due incontri per il terzo anniversario

$
0
0

In vista del terzo anniversario della pubblicazione dell’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, il mondo delle Comunità laudato si’, promosso dalla Chiesa di Rieti e da Slow Food, organizza due appuntamenti culturali. Il primo avrà luogo il 14 maggio a Rieti, alle ore 18, nella chiesa di San Domenico. Un’occasione che vedrà il fondatore di Slow Food, Carlo Petrini, e il vescovo, mons. Domenico Pompili, dare vita a un incontro di approfondimento sul testo di Papa Francesco e sui progressi che ha portato nel dibattito su ambiente e giustizia. Una disamina che ovviamente guarda alla costituzione delle Comunità laudato si’ come opportunità di rielaborazione del pensiero e diffusione delle prassi proposte dal Pontefice e quale contributo alla conoscenza e alla diffusione dei messaggi dell’enciclica dentro e fuori le comunità cristiane. Il giorno successivo, a partire dalle ore 9, l’appuntamento è invece a Roma, presso la Pontificia Università Gregoriana, per un convegno dal titolo “Per una economia alleata della terra”. La giornata di studi intende indagare “la forza rivoluzionaria” dell’enciclica di Papa Francesco, che ha rappresentato “un vero e proprio spartiacque” nella Dottrina sociale della Chiesa e continua a suscitare interesse e dibattiti dentro e fuori la Chiesa. Ad affiancare mons. Pompili e Carlo Petrini al tavolo dei relatori saranno Alessandra Smerilli (Pfse-Auxilium e Comitato Settimane sociali dei cattolici italiani), Prem Xalxo, S.J. (Pontificia Università Gregoriana) e Luigino Bruni (Lumsa e Scuola di Economia Civile). A moderare l’incontro romano sarà Paolo Ruffini, direttore di Tv2000.

Santa Sede: mons. Arellano (Osservatore Fao), “non c’è tempo da perdere” per contrastare cambiamenti climatici e promuovere sviluppo sostenibile

$
0
0

“Non c’è tempo da perdere. Alle parole e alle dichiarazioni solenni devono seguire azioni incisive e iniziative efficaci e coordinate”. Ne è convinto mons. Fernando Chica Arellano, osservatore permanente della Santa Sede presso la Fao, intervenuto oggi alla 31ª Conferenza regionale della Fao in Europa, in corso in questi giorni a Voronezh (Federazione Russa). “Le politiche messe in pratica in alcune zone e a diversi livelli costituiscono l’unica garanzia per mantenere la sicurezza alimentare essenziale per la regione”, ha detto l’esponente vaticano, evidenziando i “segnali positivi che dimostrano l’efficacia delle strategie finalizzate a promuovere lo sviluppo rurale e ad affrontare i cambiamenti climatici, così come le diverse iniziative intraprese per garantire alle popolazioni più povere di accedere al mercato”. Tuttavia, è urgente il raggiungimento degli obiettivi previsti nell’Agenda 2030, “rinnovando l’impegno a programmare un futuro realmente sostenibile”. Per Arellano, in particolare, in alcune zone “è evidente il danno che stanno provocando i cambiamenti climatici”, che “mettono a dura prova il sistema sociale ed economico” e provocano “la fragilità di alcune popolazioni nei livelli di produzione del sistema agricolo”. D qui la necessità di “rinforzare la capacità di resilienza delle popolazioni” affrontando i problemi connessi con la mancanza di acqua, ma anche con “la messa in pratica di strumenti come l’Accordo di Parigi”, che necessitano “di un impegno concreto e non solo di buona volontà”. “La centralità dell’attività economica in agricoltura sarà efficace se il suo contributo può cooperare ad uno sviluppo realmente sostenibile”, la tesi di Arellano.

Qualità dell’aria: Francia, Germania, Ungheria, Italia, Romania e Regno Unito deferite alla Corte di giustizia dell’Ue

$
0
0

Francia, Germania, Ungheria, Italia, Romania e Regno Unito sono state deferite alla Corte di giustizia dell’Ue “per il mancato rispetto dei valori limite stabiliti per la qualità dell’aria e per aver omesso di prendere misure appropriate per ridurre al minimo i periodi di superamento”. Inoltre Germania, Italia, Lussemburgo e Regno Unito riceveranno “lettere di costituzione in mora complementari” per le violazioni “in materia di omologazione dei veicoli”. Lo annuncia un comunicato diffuso oggi da Bruxelles. La decisione, ha spiegato Karmenu Vella, commissario per l’ambiente, “è stata adottata in nome degli europei” e in coerenza con la scelta della Commissione di “proteggere”. Per altro, ha aggiunto Vella, “gli Stati membri deferiti oggi alla Corte hanno ricevuto nell’ultimo decennio un numero sufficiente di ‘ultime possibilità’ per migliorare”. La Commissione ha anche adottato una comunicazione, “Un’Europa che protegge: aria pulita per tutti”, sulle “misure disponibili per aiutare gli Stati membri a contrastare l’inquinamento atmosferico”. Si tratta di “norme sulla qualità dell’aria; obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni; e norme in materia di emissioni per le principali fonti d’inquinamento”. Dalla Commissione infine la sollecitazione a “intensificare la cooperazione con gli Stati membri avviando nuovi ‘dialoghi sull’aria pulita’ con le autorità competenti e utilizzando i finanziamenti dell’Ue per sostenere le misure volte a migliorare la qualità dell’aria”.

Colombia: sale l’allerta per il pericolo di crollo della diga di Hidrohituango. Già migliaia gli sfollati, la vicinanza dei vescovi

$
0
0

Sale lo stato di allerta in Colombia per il pericolo di crollo della grande diga di Hidroituango, nel dipartimento di Antioquia, circa 170 chilometri a nord di Medellín. Si tratta del più grande progetto idroelettrico colombiano, i cui lavori, non ancora terminati, sono iniziati nel 2010. Nelle scorse settimane le frequenti piogge hanno innalzato il livello del fiume Cauca, lungo il quale è prevista la costruzione del bacino idroelettrico, e si sono ostruite alcune gallerie che permettevano il passaggio del fiume. In tal modo l’acqua, non riuscendo a defluire, ha iniziato a filtrare dalla diga in costruzione e a erodere parte del muro. Nel frattempo il livello del fiume a monte della diga si è innalzato: una scuola, un ospedale e diverse abitazioni di Puerto Valdivia sono andate distrutte e sono state evacuate migliaia di persone, novemila in dodici comuni, secondo le cifre più aggiornate. Ma l’allerta non accenna a scendere e, come detto, coinvolge la stessa diga, come ieri ha ammesso l’Epm, impresa costruttrice del bacino.
La Conferenza episcopale colombiana in una nota diffusa ieri e firmata dal presidente, mons. Oscar Urbina Ortega, manifesta “solidarietà e vicinanza alle famiglie che sono state danneggiate da quanto accaduto”. I vescovi sperano che “coloro che sono responsabili del progetto continuino a monitorare l’evoluzione della vicenda e che facciano tutto quanto è necessario per salvaguardare la vita e i beni” delle persone coinvolte”. Nella nota i vescovi chiedono ai fedeli di pregare perché l’emergenza venga superata e perché “tutte le persone coinvolte ricevano fortezza e un’opportuna risposta alle loro necessità”. A tal proposito, la Chiesa colombiana informa di aver allertato il Segretariato nazionale di pastorale sociale.
Martedì scorso, prima dell’ulteriore aggravarsi della situazione, si era espresso in una nota il vescovo di Santa Rosa de Osos, mons. Jorge Alberto Ossa Soto, che aveva manifestato la sua solidarietà a tutte le persone colpite in questa situazione e ha chiesto allo Stato e all’impresa costruttrice “l’attenzione e la riparazione necessarie”. Prosegue la nota di mons. Ossa: “Ho seguito con attenzione e grande preoccupazione l’emergenza che si è venuta a creare nelle comunità. Ringraziamo il Signore che, nonostante la terribile crescita del livello dell’acqua, non ci sono state, stando alle informazione, perdite umane”.
Il vescovo ha chiesto ai sacerdoti di accompagnare le comunità colpite e ai fedeli di applicare con prontezza le indicazioni delle autorità.

Discarica a Sassinoro: mons. Bregantini (Campobasso-Bojano), “continuate a difendere il territorio”

$
0
0

“Come mamme sannite, e gente del Sannio, alla luce del magistero di Papa Francesco, continuate a lottare per la difesa del vostro meraviglioso territorio dai devastanti progetti di collocazione, a Sassinoro, della mega discarica per smaltire i rifiuti del napoletano”. Lo ha detto ieri sera l’arcivescovo di Campobasso-Bojano, mons. GianCarlo Bregantini, che insieme con padre Alex Zanotelli, ha visitato la comunità di Sassinoro, che ha richiesto la presenza del presule in accordo con il vescovo di Benevento, mons. Felice Acrocca. In quella località è stato deciso di collocare, in riva al torrente Tammaro, una discarica di 22mila tonnellate di compost. L’arcivescovo ha tenuto una catechesi sull’enciclica Laudato si’, “presentando le sei parole per la difesa del creato: consapevolezza della grave situazione; armonia nel verginale sogno di Dio sul creato; responsabilità nell’evidenziarne le radici etiche; la preziosità di una nostra ecologia integrale dove il grido del creato si unisce al grido dei poveri scartati; la necessità di scelte politiche alternative, anche a livello locale, d’intesa tra le due Regioni vicine. Infine, il compito educativo, che avvolge ogni cittadino, per vivere il decalogo della cittadinanza ecologica”. Al termine dell’incontro, mons. Bregantini si è recato lungo il torrente, che dovrebbe ospitare la discarica, dove ha incontrato alcuni uomini che vigilano perché non venga collocata la struttura. “Resta nel cuore di tutti noi il grazie per questa lotta – ha concluso il presule -. Fu vissuta anche una decina di anni fa, contro le eco-balle, che si voleva collocare nello stesso territorio. E fu vinta. Crediamo che anche questa possa lotta possa concludersi allo stesso modo, perché le aree interne, i nostri borghi, possano crescere secondo uno sviluppo ‘integrale e solidale’, come già chiedeva Paolo VI, nella sua enciclica ‘rivoluzionaria’ Populorum Progressio”.

Colombia: Cáceres Aguirre (ecoteologo) su diga di Hidroituango a rischio crollo, “scenario preoccupante, figlio di cultura del dominio sulla natura”

$
0
0

Quanto accaduto in questi giorni non è un caso. Non è un caso che tutta la Colombia stia con il fiato sospeso e con gli occhi puntati sulla diga di Hidroituango (dipartimento di Antioquia) a rischio di crollo, non è un caso che 9mila persone siano state evacuate e molte di queste abbiano perso tutto. Ne è convinto Alirio Cáceres Aguirre, diacono permanente dell’arcidiocesi di Bogotá, docente e ricercatore della Facoltà di teologia della Pontificia Universidad, direttore del Gruppo di ricerca in ecoteologia, collaboratore del Celam e tra i coordinatori della rete continentale Iglesias y Minería, consulente di alcuni progetti ambientali, pedagogici e pastorali. “Le ultime notizie – spiega al Sir – sono preoccupanti e ci sono grosse probabilità che l’opera vada perduta. La sala macchine è stata fatta invadere dall’acqua”, una scelta, questa, quasi obbligata per l’azienda costruttrice Epm, dopo che alcuni tunnel sono crollati o si sono ostruiti facendo pericolosamente innalzare il livello dell’acqua mentre il bacino è ancora in costruzione. “Ma quello che è peggio – spiega Cáceres – è che la diga stessa potrebbe non tenere, come hanno dovuto ammettere le autorità. Una valanga d’acqua si riverserebbe a valle della diga, verso nord, lungo la bassa valle del fiume Cauca. Il livello del fiume si innalzerebbe improvvisamente di quindici metri e gli effetti arriverebbero fino al Mar dei Caraibi”. Ma anche senza evocare lo scenario peggiore, l’operazione idroenergetica più grande e dispendiosa della storia della Colombia sta mostrando tutti i suoi limiti. Eppure lo scenario era prevedibile, conferma l’ecoteologo: “La prima considerazione da fare è che questo megaprogetto faraonico denota una cultura di dominio sulla natura, quella stessa cultura che è stata denunciata da Papa Francesco nella Laudato Si’. Si è seguito un paradigma tecnocratico, credendo che i problemi fossero facilmente risolvibili”. Eppure la zona scelta per l’enorme bacino, che secondo i progetti dovrebbe essere lungo più di 70 chilometri, “è caratterizzata da una cordigliera friabile, in quel punto il fiume percorre un canyon, ci sono frequenti frane, non c’erano le condizioni di sicurezza per costruire un’opera di questo tipo”.


Colombia: Cáceres Aguirre (ecoteologo) su diga di Hidroituango a rischio crollo, “sotto l’acqua resteranno per sempre le fosse comuni dei desaparecidos”

$
0
0

Non soltanto problemi tecnici e un territorio inadatto, ma anche un contesto complessivo di corruzione e violenza, com’è quello della zona del Basso Cauca. La denuncia, a proposito del megaprogetto idroelettrico Hidroituango in Colombia (mentre l’ostruzione di alcuni tunnel ha provocato l’innalzamento dell’acqua, l’evacuazione di 9mila persone e il rischio di crollo per l’enorme diga) arriva da Alirio Cáceres Aguirre, diacono permanente dell’arcidiocesi di Bogotá, docente e ricercatore della Facoltà di teologia della Pontificia Universidad, direttore del Gruppo di ricerca in ecoteologia, tra i coordinatori della rete continentale Iglesias y Minería. “Dietro a quanto sta succedendo in questi giorni – spiega – ci sono vari livelli di corruzione e negligenza. In nome del profitto si riducono le precauzioni e aumentano i rischi. Nel caso di questo progetto direi che c’è stato uno studio superficiale del suo impatto ambientale. Quello che sta accadendo alle popolazioni locali è molto grave”.
Ma dall’ecoteologo dell’Università Javeriana arriva la denuncia di altre allarmanti situazioni: “La zona interessata dalla diga, quella del Basso Cauca, è stata per decenni caratterizzata da una diffusa violenza, da povertà, narcotraffico. Il progetto idroelettrico forse non casualmente si incrocia con storie di violenza, sparizioni, attività delle bande paramilitari, sgomberi forzati, desplazamientos. Esistono sospetti che gli interventi dei paramilitari di questi anni siano in qualche caso stati dettati proprio dalla volontà di ‘liberare’ la zona”. Collegata a questa, arriva una seconda denuncia: “Nel luogo dove dovrebbe sorgere il lago ci sono fosse comuni, vi sono stati sepolti tanti desaparecidos. La storia e la ricerca di verità verrebbero cancellate, resterebbero sotto i fondali del lago. La popolazione, cha anche a prescindere da questo vede il mancato rispetto dei suoi diritti, protesta per la mancata risposta alla sete di giustizia e verità”. In questo contesto, “i candidati alle elezioni presidenziali, a poco più di una settimana dal voto, evitano di prendersi responsabilità”, conclude Cáceres Aguirre. Ma non viene meno quello che Papa Francesco ha chiamato durante la sua visita in Colombia “il clamore dei poveri”. Un clamore che sale da tutto il continente, “dato che progetti di questo tipo sono numerosi non solo in Colombia, ma in tutto il Sudamerica e in America Centrale. L’obiettivo non è quello di assicurare il fabbisogno di energia, ma di esportarla”.

Estate: escursioni, cultura e spiritualità sulle montagne di Lecco con diocesi di Milano e Azione cattolica

$
0
0

In vacanza con lo zaino e l’enciclica del Papa. Diocesi di Milano e Azione cattolica propongono per l’estate 2018 la prima vacanza itinerante sui sentieri delle montagne lecchesi. Da venerdì 13 a martedì 17 luglio i soci di Ac “accompagneranno chi lo desidera in passeggiate facili tra il lago e i monti del lecchese, osservando, ascoltando, dialogando sui grandi temi socio-ambientali inseriti da Papa Francesco nella sua enciclica Laudato si’”. Una vacanza spirituale e in amicizia, spiegano i promotori, che comprende “parchi, sentieri, musei, percorsi a piedi o in barca, diurni o serali, piccole chiese e tesori archeologici, feste e musica, incontri con associazioni, volontari e altri operatori impegnati nella valorizzazione ambientale e verso una società sostenibile”. Al programma collaborano le Acli regionali, Coldiretti Lombardia, Legambiente locale e il Consorzio Terrealte. “Si percorreranno diversi sentieri: una parte del Sentiero del Viandante, da Colico a Dervio, il lungo Adda di Calolziocorte-Olginate, si salirà al cosiddetto castello dell’Innominato dei “Promessi Sposi” si farà il giro del Monte Barro, si raggiungeranno le pendici del Grignone, e non ultima, si proporrà la salita sul campanile di Lecco”.
Un’intera giornata sarà dedicata ai sentieri sopra Valmadrera “dove, grazie all’Azione cattolica, con la collaborazione di altri gruppi come l’Organizzazione sportiva alpinisti, il Gruppo volontari S. Isidoro di Preguda e la Società escursionisti valmadreresi, è stata rinnovata la segnaletica per gli escursionisti, con la possibilità di utilizzare contenuti digitali audio-video, che arricchiscono l’esperienza del cammino, nell’intento di rilanciare questi percorsi”. Nel programma anche momenti spirituali di lettura e riflessione sui passi dell’enciclica, alcune celebrazioni dell’Eucarestia lungo i sentieri e a Brunino, in Valsassina. “Le escursioni sono alla portata di tutti; si prevede di camminare 2 o 3 ore al giorno, a passo tranquillo, con numerose soste per osservazioni e spiegazioni ambientali o culturali”. Iscrizioni entro il 30 maggio 2018. Per informazioni e iscrizioni inviare una mail a sociale@diocesi.milano.it. Info: http://azionecattolicamilano.it/estate/

Eurostat: la città più pulita in Europa? Secondo gli abitanti è Ventspils (Lettonia). La più sporca Roma

$
0
0

(Bruxelles) Ventspils, cittadina di 42mila abitanti in Lettonia, sul mar Baltico, in cima alla classifica; Roma, invece, in fondo alla classifica. Si tratta di una breve indagine prodotta oggi da Eurostat per quanto riguarda la pulizia delle città. “In generale, sei molto soddisfatto, piuttosto soddisfatto, piuttosto insoddisfatto o per niente soddisfatto della pulizia della tua città?”, era il quesito posto nel 2015 agli abitanti di 109 città europee.
Tra queste, Ventspils in Lettonia si è affermata con quasi il 99% dei suoi abitanti soddisfatti o piuttosto soddisfatti della pulizia della. Ventspils è seguita da un’altra città lettone, Valmiera (97%), quindi appaiono Oviedo in Spagna e la città di Lussemburgo (entrambi al 95% di soddisfazione). Per quanto riguarda le capitali europee, i risultati di Eurostat mostrano “significative disparità di soddisfazione, con livelli che vanno dal 9% al 95%”. “Almeno l’80% degli abitanti era molto o piuttosto soddisfatto della pulizia della propria città a Lussemburgo (95%), Vienna (90%), Lubiana (88%), Riga (81%) e Helsinki (80%)”. Al contrario, “solo il 9% degli abitanti di Roma ha trovato abbastanza pulita la propria città”. Meno della metà della popolazione era soddisfatta della pulizia della propria città-capitale anche a Bratislava (28%), Sofia (29%), Bucarest (37%), Madrid (38%), Budapest (39%), Atene (41%) , Berlino (45%), Bruxelles (47%) e Parigi (49%).

Notizie Sir del giorno: assemblea Cei, nuovo governo, Nicaragua, Nigeria, città in Europa, chiese terremotate in Emilia, sinodo Matera

$
0
0

Papa Francesco: alla Cei esprime tre preoccupazioni. “Crisi delle vocazioni”, “povertà evangelica e trasparenza”, “riduzione e accorpamento delle diocesi”

“La prima cosa che mi preoccupa è la crisi delle vocazioni”. Lo ha detto il Papa, nel discorso rivolto a braccio ai vescovi italiani, riuniti in Vaticano per la 71ª Assemblea generale della Cei. “È la nostra paternità che è in gioco”, ha commentato Francesco, ricordando che di questa “emorragia vocazionale” aveva già parlato nella recente plenaria degli Istituti di vita consacrata e delle Società di vita apostolica, definendola “il frutto avvelenato della cultura del provvisorio, del relativismo e della dittatura del denaro”: tutti fattori, questi, che per il Papa “allontanano i giovani dalla vita consacrata, accanto al calo delle nascite – l’inverno demografico – agli scandali e alla testimonianza tiepida”. “Quanti seminari, chiese, monasteri e conventi verranno chiusi nei prossimi anni per mancanza di vocazione? Dio solo lo sa!”, ha esclamato Francesco. Riguarda invece “povertà evangelica e trasparenza” la seconda indicazione affidata ai vescovi italiani dal Papa che, come terzo compito all’episcopato italiano, è tornato ad indicare la necessità di “riduzione e accorpamento delle diocesi”, definendo tale questione “un argomento datato e attuale, trascurato per molto tempo”. “Credo sia giunta l’ora di concluderlo al più presto”, il monito di Francesco. Subito dopo è iniziato il dibattito, a porte chiuse, con i vescovi. (clicca qui)

Nuovo governo: M5S e Lega indicano a Mattarella il nome di Giuseppe Conte come premier

Movimento 5 Stelle e Lega hanno avanzato oggi pomeriggio al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il nome del loro candidato a presiedere il nuovo governo. Lo hanno confermato i leader delle due forze politiche nelle dichiarazioni alla stampa al termine dei colloqui avuti con il Capo dello Stato nello studio “alla Vetrata”, ma nessuno dei due nelle dichiarazioni ufficiali ha detto di chi si tratta. Fuori dal Quirinale, è stato Di Maio a rivelare che “Giuseppe Conte sarà un premier politico di un governo politico, indicato da due forze politiche, con figure politiche al proprio interno”. Parlando alla stampa appena uscito dall colloquio con Mattarella, Di Maio (M5S), aveva affermato che “qualora il presidente della Repubblica dovesse valutare il nostro nome un nome giusto”, quello che nascerà sarà comunque “un governo politico” perché “il nostro vero leader” è il programma. “Nel pieno rispetto delle prerogative del presidente della Repubblica – ha affermato successivamente Salvini (Lega) – aspettiamo le sue indicazioni”, ma “non vediamo l’ora di partire”. Entrambi i leader politici non hanno fatto mancare le loro reazioni alle critiche all’intesa M5S-Lega che sono arrivate in questi giorni, in particolare dall’estero. (clicca qui)

Nicaragua: oggi terzo incontro del dialogo nazionale dopo un fine settimana di “tregua”

Il dialogo nazionale in Nicaragua è proseguito oggi nel seminario di Nostra Signora di Fatima a Managua con le sessioni di dialogo che fanno seguito a un primo parziale accordo raggiunto tra le parti nel secondo incontro di venerdì scorso che ha visto la partecipazione dei rappresentanti della Commissione interamericana per i diritti umani, giunti da poco nel Paese, impegnati a chiarire la dinamica dei fatti relativi alle violente repressioni delle scorse settimane. Il tavolo di dialogo, che gode della mediazione e dell’osservazione dell’episcopato nicaraguense, ha rivolto un comune appello a far cessare qualsiasi atto di violenza e ha raggiunto l’intesa di sospendere nel fine settimana appena trascorso le manifestazioni. Una sorta di “tregua” con l’obiettivo dichiarato di far ritirare le “forze speciali”. Tuttavia il Tavolo ha riconosciuto “la necessità di rispettare il diritto agli incontri, alle manifestazioni e alle proteste civiche e pacifiche”. Un passaggio, importante, perché il Governo ha implicitamente ammesso l’esistenza di forze speciali di polizia e la necessità di assumere su di esse il pieno controllo. (clicca qui)

Nigeria: domani ad Abuja e in altre diocesi marce per fermare le violenze contro i cristiani

“La vita è sacra, fermate gli omicidi!”. Con questo slogan si terranno domani, 22 maggio, in tutte le diocesi nigeriane, manifestazioni per fermare le violenze contro i cristiani, dopo l’ultima strage avvenuta il 24 aprile scorso nella diocesi di Makurdi: pastori di etnia Fulani, musulmani, hanno attaccato una chiesa e ucciso 17 fedeli e due sacerdoti, padre Joseph Gor e padre Felix Tyolaha, che saranno sepolti domani. Anche ad Abuja, su invito del cardinale John Onaiyekan, arcivescovo di Abuja, si svolgerà domani, a partire dalle 10, una marcia con la messa e la preghiera del rosario: “In unione con la diocesi di Makurdi – dice il card. Onaiyekan –, vogliamo esprimere il nostro più profondo dispiacere per i brutti avvenimenti nel nostro Paese e pregare per la nazione”. L’invito è esteso anche ai fedeli di altre religioni. (clicca qui)

Eurostat: la città più pulita in Europa? Secondo gli abitanti è Ventspils (Lettonia). La più sporca Roma

(Bruxelles) Ventspils, cittadina di 42mila abitanti in Lettonia, sul mar Baltico, in cima alla classifica; Roma, invece, in fondo alla classifica. Si tratta di una breve indagine prodotta oggi da Eurostat per quanto riguarda la pulizia delle città. “In generale, sei molto soddisfatto, piuttosto soddisfatto, piuttosto insoddisfatto o per niente soddisfatto della pulizia della tua città?”, era il quesito posto nel 2015 agli abitanti di 109 città europee. Tra queste, Ventspils in Lettonia si è affermata con quasi il 99% dei suoi abitanti soddisfatti o piuttosto soddisfatti della pulizia della. Ventspils è seguita da un’altra città lettone, Valmiera (97%), quindi appaiono Oviedo in Spagna e la città di Lussemburgo (entrambi al 95% di soddisfazione). Per quanto riguarda le capitali europee, i risultati di Eurostat mostrano “significative disparità di soddisfazione, con livelli che vanno dal 9% al 95%”. “Almeno l’80% degli abitanti era molto o piuttosto soddisfatto della pulizia della propria città a Lussemburgo (95%), Vienna (90%), Lubiana (88%), Riga (81%) e Helsinki (80%)”. Al contrario, “solo il 9% degli abitanti di Roma ha trovato abbastanza pulita la propria città”. (clicca qui)

Terremoto Emilia: 148 edifici religiosi riaperti a sei anni dal sisma, altri 173 pronti per fine 2019

Sono 122 gli edifici religiosi già restaurati e aperti che hanno beneficiato di finanziamenti pubblici a seguito del terremoto che nel maggio 2012 ha colpito parte dell’Emilia-Romagna. A questi vanno aggiunti i 26 ripristinati con risorse proprie dalle sei diocesi interessante. I dati sono stati resi noti oggi nel corso di una conferenza stampa a Bologna alla presenza dell’arcivescovo mons. Matteo Zuppi. Su 590 chiese danneggiate – per 393 milioni di euro complessivi di danni – 564 sono state inserite nel programma per ricevere finanziamenti pubblici che sono così suddivisi: 105 milioni di euro (202 edifici) per l’arcidiocesi di Bologna; 75 milioni (87 edifici) per l’arcidiocesi di Modena-Nonantola; 55 milioni (126) per l’arcidiocesi di Ferrara-Comacchio; 82 milioni (92) per la diocesi di Carpi; 34 milioni (75) per la diocesi di Reggio Emilia-Guastalla; 2 milioni (8) per la diocesi di Ravenna-Cervia. Per 295 edifici sono già stati stanziati 192,5 milioni di euro di finanziamento pubblico più 12,5 milioni da assicurazione. Di questi 295 il 41,3% è già stato riaperto mentre il restante dovrebbe tornare fruibile entro il 2019. (clicca qui)

Diocesi: mons. Caiazzo (Matera-Irsina), “il nostro Sinodo è momento solenne e allo stesso tempo storico”

“Il nostro Sinodo non è una mia idea. È frutto dell’ascolto, del discernimento, della lettura dei verbali della visita pastorale del mio predecessore, mons. Salvatore Ligorio. Un pastore non può non tener conto del cammino che una Chiesa ha già fatto e non impone un nuovo tragitto. S’inserisce nel solco già tracciato da chi l’ha preceduto e continua l’opera già iniziata. È il segno della comunione che si esprime nella continuità del ministero apostolico”. Lo ha detto l’arcivescovo di Matera-Irsina, mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, comunicando l’indizione del Sinodo diocesano. “Questo momento è solenne e nello stesso tempo storico”, ha aggiunto. È storico perché “dopo l’unificazione delle due diocesi di Matera e di Irsina, avvenuta il 30 settembre del 1986, questo è il primo Sinodo”. È solenne perché “come gli apostoli, dopo la discesa dello Spirito Santo, siamo invitati a uscire e camminare insieme, appropriandoci del dire dello Spirito Santo che dialoga con ogni uomo credente e non”. Ma anche perché “c’è una Chiesa desiderosa di vincere la paura che ci impedisce di uscire dal Cenacolo e di accogliere le novità che lo Spirito Santo suggerisce”. “Siamo invitati a scrivere, insieme, un’altra pagina di storia per la nostra Chiesa locale”, ha affermato l’arcivescovo. (clicca qui)

Biodiversità: Mattarella, “un valore che garantisce equilibrio ambientale ed equità sociale, benessere e disponibilità di risorse”

$
0
0

“La biodiversità costituisce un valore nel garantire equilibrio ambientale ed equità sociale, benessere e disponibilità di risorse (acqua, cibo e aria pulita) e nel preservare modelli di vita delle comunità locali e valorizzare usi e conoscenze tradizionali”. Lo scrive il presiedente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 25° anniversario della Giornata mondiale della biodiversità, istituita dalle Nazioni Unite. Sottolineando “le numerose azioni condivise a livello internazionale per contrastare efficacemente la perdita dell’inestimabile capitale collettivo rappresentato dalla biodiversità”, Mattarella evidenzia che “il suo valore va integrato in ogni ambito sociale, economico e culturale, anche nel contesto dell’Agenda 2030, con una visione di lungo periodo”. “La lotta contro il degrado del clima e la desertificazione, le strategie di adattamento e di contrasto ai rischi ambientali, i paradigmi virtuosi dell’economia circolare – prosegue il Capo dello Stato – trovano alleati essenziali nella conservazione e nella valorizzazione della biodiversità”. “Lo straordinario patrimonio italiano di diversità naturali, elemento chiave di connessione ecologica nel bacino del Mediterraneo, va preservato e valorizzato attraverso l’attuazione della strategia nazionale per la biodiversità, in una crescente consapevolezza collettiva del suo valore non riproducibile e vitale”, conclude Mattarella.

Papa Francesco: udienza, appello per pace in Ucraina. Ai polacchi: “cura del creato è compito nobile”

$
0
0

“Incessantemente prego il Signore affinché guarisca le guarisca le ferite inflitte dalla guerra e doni la sua pace alla cara terra ucraina”. Lo ha detto il Papa salutando, durante l’udienza di oggi, i pellegrini ucraini che hanno partecipato al 60° Pellegrinaggio Militare internazionale a Lourdes. Salutando, poco prima, i pellegrini polacchi, Francesco si è rivolto in particolare alla delegazione dei selvicoltori, che “hanno portato con sé cento piantine di quercia che, in occasione del centenario dell’indipendenza della Polonia, verranno piantate come segno dell’impegno a favore della salvaguardia del creato”. “E’ molto nobile – ha ribadito Francesco citando la Laudato si’ – il compito di avere cura del creato con piccole azioni quotidiane, ed è meraviglioso che l’educazione sia capace di motivarle fino a da forma ad uno stile di vita. L’educazione alla responsabilità ambientale può incoraggiare vari comportamenti che hanno un’incidenza diretta e importante nella cura dell’ambiente. Tutto ciò fa parte di una creatività generosa e dignitosa, che mostra il meglio dell’essere umano”.

Salute. Tra san Francesco e la Laudato si’. Quando la cura custodisce la vita

$
0
0

Che cosa c’entrano san Francesco e la Laudato si’ con l’assistenza sanitaria? C’entrano eccome, se quest’ultima viene intesa come cura integrale della persona malata e custodia della vita più fragile e indifesa all’interno di un ambiente dove tutto è interconnesso e dove l’operatore sa farsi davvero prossimo. Un tema caro a Francesca Di Maolo, presidente dell’ Istituto Serafico di Assisi che accoglie e riabilita ragazzi con disabilità psichiche e sensoriali, secondo la quale la salute “è un bene e un diritto fondamentale inviolabile di ciascuna persona”. Oggi si apre nella città umbra l’edizione 2018 della “Festa in amicizia”: tre giorni (fino al 27 maggio) di vivaci iniziative culturali e sociali dedicate ai ragazzi del Serafico e alla popolazione. Tema prescelto, “I colori della vita”. Non a caso, chiosa Di Maolo, “la salute include e sottintende un bene e un diritto ancora più grande: la vita”.

Stretto il legame con l’enciclica di Papa Francesco che già dal sottotitolo, “Sulla cura della casa comune”, pone l’accento sul rapporto ambiente e salute nella prospettiva dell’ecologia integrale, “paradigma capace di tenere insieme molti temi del prendersi cura”, mentre la chiamata alla conversione “parla a tutti noi e al nostro mondo della salute, ma prima di tutto parla all’uomo”. Come si declina questa prospettiva in ambito sanitario? Per Di Maolo deve anzitutto fondarsi sul riconoscimento della dignità umana e porre al centro il principio del bene comune, di tutti. “Per prenderci cura di chi è debole, dovremo necessariamente prenderci cura delle persone che lavorano per lui, che vivono con lui, e dell’ambiente in cui vive”. Un modello che “applicato ad un’organizzazione sanitaria ci obbliga a rivedere tutte le nostre politiche”. “Sarà necessario “porre particolare attenzione ai lavoratori che dovranno sperimentare per primi il prendersi cura, attraverso organizzazioni del lavoro che sappiano conciliare i tempi di vita con i tempi di lavoro, che garantiscano la partecipazione di tutti e la valorizzazione delle persone dei loro valori e interessi”.

Essenziale anche “valutare sempre l’impatto ambientale e sociale delle nostre scelte finanziarie” e fare attenzione “nelle politiche degli acquisti al modo in cui il denaro viene investito”, per non “supportare involontariamente pratiche insostenibili che stanno distruggendo il nostro pianeta ed aumentando povertà e disuguaglianze sociali”.

C’è poi il tema della bellezza degli ambienti perché “non si guarisce in posti sciatti e brutti”. La dimensione della bellezza “esprime il valore che attribuiamo alla persona e che riconosciamo nella sua dignità piena”. Per la presidente del Seraficum

in ogni scelta dobbiamo lasciarci guidare dalla logica della Laudato si’.

Quanto alla cura, essa richiede una relazione che prima ancora degli strumenti, “coinvolga il volto, lo sguardo, le mani” nella consapevolezza che medici, infermieri, tecnici, terapisti, educatori, operatori socio sanitari, cappellani, amministrativi, volontari, cuochi, addetti alle pulizie, nella complementarietà dei ruoli e delle responsabilità, “servono la vita nella sua totalità”. Ed è “nella vita di ogni giorno accanto al malato, al disabile, all’anziano e alle loro famiglie che la dignità di una persona da mera enunciazione può diventare una parola viva”. Ma c’è di più: “nel lavoro di chi cura, valuta, riabilita, educa e sostiene si possono e si devono testimoniare i valori fondanti della nostra società” perché “il prendersi cura non può essere semplicemente diretto a riparare organi e funzioni, ma anche a salvaguardare la relazionalità della persona”. E riportare il più fragile “al centro di una comunità e adoperarsi affinché nessuno sia lasciato alla solitudine e all’abbandono è un obiettivo fondamentale di una società che voglia essere riconosciuta come democratica”.

“Nel modo con il quale operiamo accanto al malato si intessono o si disfano i valori di giustizia, libertà e democrazia. Siamo noi, nel lavoro quotidiano, a fare la differenza”.

Ineludibile il riferimento a san Francesco: il “per” che usa nel Cantico delle creature, l’inno alla vita “più bello che sia stato mai scritto”, non significa “a causa di” ma indica “l’attraversare le creature e il creato per attraversare la sconfinata presenza di Dio”. Una bellezza che non sarebbe nulla se non attraversasse il cuore.

L’ecologia integrale richiede allora una nuova conversione: quella del cuore, che applicata al mondo della salute richiama alla memoria l’abbraccio di Francesco con il lebbroso. “Non un gesto pietistico – chiarisce Di Maolo -, ma un gesto che parte dal cuore. Francesco scende da cavallo, bacia il lebbroso, lo abbraccia” perché il linguaggio della fraternità e della cura “ha bisogno della logica del cuore”. “Nei piccoli gesti quotidiani della cura – conclude – possiamo spezzare la logica dell’egoismo, ma

l’ecologia integrale ci deve portare ad impregnare tutta la società con la cultura della cura”.

Così quest’ultima diventa autentica custodia della vita e non solo della salute.


Salute: Di Maolo (Seraficum), “in ogni scelta lasciamoci guidare dalla logica della Laudato si’”. Al via la Festa in amicizia 2018

$
0
0

“In ogni scelta dobbiamo lasciarci guidare dalla logica della Laudato si’”. Non ha dubbi Francesca Di Maolo, presidente dell’ Istituto Serafico di Assisi che da oggi promuove la Festa in amicizia 2018. Tre giorni (fino al 27 maggio) di vivaci iniziative culturali e sociali dedicate ai ragazzi ospiti dell’Istituto e alla popolazione. Tema prescelto, “I colori della vita”. Non a caso, chiosa Di Maolo, “la salute include e sottintende un bene e un diritto ancora più grande: la vita”. Stretto il legame con l’enciclica di Papa Francesco che “pone l’accento sul rapporto ambiente e salute nella prospettiva dell’ecologia integrale, paradigma capace di tenere insieme molti temi del prendersi cura”. “Per prenderci cura di chi è debole – spiega Di Maolo -, dovremo necessariamente prenderci cura delle persone che lavorano per lui, che vivono con lui, e dell’ambiente in cui vive”. Modello che “applicato ad un’organizzazione sanitaria ci obbliga a rivedere tutte le nostre politiche” a partire dal porre particolare attenzione ai lavoratori “attraverso organizzazioni del lavoro che sappiano conciliare i tempi di vita con i tempi di lavoro, garantiscano la partecipazione di tutti e la valorizzazione delle persone dei loro valori e interessi”. Essenziale anche “valutare sempre l’impatto ambientale e sociale delle nostre scelte finanziarie” e fare attenzione “nelle politiche degli acquisti al modo in cui il denaro viene investito”. E poi la bellezza che “esprime il valore che attribuiamo alla persona e che riconosciamo nella sua dignità piena”.

 

Stati Uniti: Boston, appello di 500 scienziati e leader religiosi a difesa dell’ambiente

$
0
0

(da New York) “Motivati ​​dalla crisi climatica, scienziati e leader religiosi consideriamo scientificamente irrazionale e moralmente indifendibile l’inazione sul campo ambientale. Religioni, scienza, economia, lavoro, governo, istruzione, organizzazioni civiche, comunità e singole persone, tutti noi dobbiamo fare tutto il possibile per ridurre le emissioni di gas serra e proteggere le nostre comunità dagli impatti catastrofici dei cambiamenti climatici”. Comincia con queste parole l’appello congiunto a difesa dell’ambiente, sottoscritto da oltre 500 leader del mondo della scienza e da esponenti cristiani, ebrei e musulmani del Massachusetts, che lo hanno presentato il 24 maggio a Boston. In prima linea tra i sostenitori c’è proprio il cardinale di Boston, Sean O’Malley, che ha ospitato nel centro pastorale della sua diocesi l’appuntamento con i giornalisti. Il centro pastorale è uno dei luoghi simbolo dell’adesione alla campagna sul cambiamento climatico, perchè entro la fine dell’estate metterà in funzione un impianto solare da 1 megawatt che alimenterà più di 100 case e compenserà annualmente 17mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica. “Siamo davanti a un’emergenza ecologica e morale che ha un impatto su tutti gli altri aspetti delle nostre vite condivise e ci impone di lavorare insieme per proteggere la nostra casa comune”, continua la dichiarazione dei 500.
“Il Massachusetts ha una storia di leadership a livello nazionale nel campo della scienza, della tecnologia e delle politiche pubbliche e ora abbiamo l’opportunità e l’obbligo di essere leader nella protezione della nostra casa comune, siamo chiamati a essere un faro per la nazione e il mondo, c’è ancora tempo per agire e quel momento è ora”. Nell’appello si chiede ai rappresentanti politici di affrontare “la crisi climatica con l’audacia e l’urgenza di cui necessita”. Nel 2008, il Massachusetts ha approvato il Global Warming Solutions Act, che impone allo Stato di ridurre le emissioni di gas serra in tutti i settori del 25% entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990 e almeno dell’80% entro il 2050.
“Che scienziati e leader religiosi, che spesso si avvicinano alle cose con visioni del mondo diverse, si siano uniti sui cambiamenti climatici, dice molto dell’importanza che vi attribuiamo”, ha dichiarato Philip Duffy, fisico e presidente e direttore esecutivo del Woods Hole Research Center, uno dei laboratori, leader mondiali nella ricerca sul clima, particolarmente preoccupato per il surriscaldamento climatico che nel giro di pochi anni potrebbe sommergere la regione di Baia e far sprofondare anche la florida industria della pesca.

Ecologia: nasce l’associazione “Laudato si’”, la presentazione il 29 maggio a Milano

$
0
0

Nasce dall’iniziativa di un gruppo di credenti e non credenti l’associazione “Laudato si’ – Un’alleanza per il clima, la Terra e la giustizia sociale”. L’obiettivo è quello diffondere i valori e i contenuti dell’enciclica di Papa Francesco attraverso attività culturali, educative e formative, in particolare rivolte ai giovani. La nuova realtà, con le sue proposte e i suoi programmi, sarà presentata alla stampa nel corso di una conferenza che si terrà martedì 29 maggio, alle 11, nella sala Angiolini di via Marino 7, a Milano. Interverranno all’incontro Daniela Padoan, presidente associazione Laudato si’, don Virginio Colmegna, presidente fondazione Casa della Carità, Luigi Manconi, presidente Unar, Lisa Clark, Rete italiana per il disarmo, e Gad Lerner, giornalista. Nel corso della conferenza sarà inoltre diffusa la lettera-appello, già firmata da numerosi intellettuali e attivisti, promossa dall’associazione Laudato si’ e ispirata al tema dell’ecologia integrale enunciata nell’enciclica di Papa Francesco.

Commissione Ue: plastica monouso, verso nuove norme per proteggere ambiente e mari. Stop a piatti e cannucce

$
0
0

(Bruxelles) “È innegabile che i rifiuti di plastica siano una grande questione” per la tutela dell’ambiente e della qualità della vita in Europa “e gli europei devono agire insieme per affrontarla, tanto più che i rifiuti di plastica finiscono nell’aria che respiriamo, nel suolo, negli oceani e sulle nostre tavole. Le proposte odierne ridurranno, con una serie di misure, i prodotti di plastica monouso che ora troviamo sugli scaffali dei supermercati. Alcuni di essi saranno messi al bando, ma ciò non significa che dovremo rinunciarvi, perché saranno sostituiti da alternative più pulite”. Frans Timmermans, primo vicepresidente della Commissione Ue, illustra le proposte della Commissione per contrastare la diffusione di 10 prodotti di plastica monouso che più inquinano le spiagge e i mari d’Europa e per gli attrezzi da pesca perduti e abbandonati. “Insieme, questi prodotti rappresentano il 70% dei rifiuti marini”, si legge in una nota esplicativa della Commissione. Le nuove regole sono “proporzionate e concepite per ottenere i migliori risultati, vale a dire non a tutti i prodotti si applicheranno le stesse misure”: saranno messi al bando i prodotti di plastica monouso “per i quali sono facilmente disponibili soluzioni alternative, mentre si limiterà l’uso di quelli di cui non esistono valide alternative riducendone il consumo a livello nazionale”; i produttori dovranno poi rispettare requisiti di progettazione ed etichettatura e sottostare a obblighi di gestione e bonifica dei rifiuti. “Con queste nuove norme l’Europa è la prima a intervenire incisivamente su un fronte che ha implicazioni mondiali”.
“In seguito all’iniziativa sulle borse di plastica nel 2015, il 72% degli europei dichiara di averne ridotto l’uso” (Eurobarometro). L’Unione rivolge ora l’attenzione ai 10 prodotti di plastica e agli attrezzi da pesca che, insieme, rappresentano il 70% dei rifiuti marini in Europa. Le nuove regole introdurranno anzitutto il divieto di commercializzare determinati prodotti di plastica dove esistono alternative facilmente disponibili ed economicamente accessibili. Il divieto si applicherà a bastoncini cotonati, posate, piatti, cannucce, mescolatori per bevande e aste per palloncini, “tutti prodotti che dovranno essere fabbricati esclusivamente con materiali sostenibil”. I contenitori per bevande in plastica monouso saranno ammessi solo se i tappi e i coperchi restano attaccati al contenitore. Si pongono poi obiettivi di riduzione del consumo: gli Stati membri dovranno ridurre l’uso di contenitori per alimenti e tazze per bevande in plastica.
Ci sono inoltre obblighi per i produttori che contribuiranno “a coprire i costi di gestione e bonifica dei rifiuti, come pure i costi delle misure di sensibilizzazione per i seguenti prodotti”: contenitori per alimenti, pacchetti e involucri (ad esempio, per patatine e dolciumi), contenitori e tazze per bevande, prodotti del tabacco con filtro (come i mozziconi di sigaretta), salviette umidificate, palloncini e borse di plastica in materiale leggero. Si pongono, poi, obiettivi di raccolta – entro il 2025 gli Stati membri dovranno raccogliere il 90% delle bottiglie di plastica monouso per bevande, ad esempio, introducendo sistemi di cauzione-deposito; prescrizioni di etichettatura; misure di sensibilizzazione. Le proposte della Commissione passano ora per competenza alle istituzioni legislative dell’Ue, ossia Parlamento e Consiglio.

Ambiente: acque di balneazione, “ottima” la situazione nell’Ue. Alcuni problemi in Italia, Spagna e Francia

$
0
0

(Bruxelles) “Malgrado un leggero calo dei risultati, l’85% dei siti balneari monitorati in tutta Europa nel 2017 soddisfa le norme più elevate e rigorose dell’Unione europea per una qualità ‘eccellente’ delle acque, per lo più prive di inquinanti”, secondo l’ultima relazione annuale sulla qualità delle acque di balneazione pubblicata oggi. Lo studio dell’Agenzia europea per l’ambiente sostiene che “quasi tutti i 21.801 siti di balneazione monitorati in tutta Europa lo scorso anno, di cui 21.509 nei 28 Stati membri dell’Ue (95,9%), hanno soddisfatto i requisiti minimi di qualità ai sensi delle norme dell’Unione”. Anche la qualità dei 292 siti di balneazione dell’Albania e della Svizzera è stata oggetto di monitoraggio. I risultati specifici del monitoraggio hanno mostrato un lieve calo dei siti dell’Ue che rispettano i requisiti più elevati per una qualità “eccellente” e i requisiti minimi di qualità stabiliti dalla direttiva dell’Ue sulle acque di balneazione. “Questo lieve calo è dovuto per lo più agli effetti delle piogge estive sui risultati dei test oltre che a dei cambiamenti nella metodologia dei test in Romania e in Svezia”. Karmenu Vella, commissario per l’ambiente, dichiara: “La qualità delle nostre acque di balneazione è motivo di orgoglio per gli europei. È il frutto di una buona cooperazione e di una vigilanza costante. Tutti facciamo la nostra parte: l’industria, le autorità e i servizi locali insieme ai cittadini”.
Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’Aea, commenta: “Ridurre l’inquinamento idrico giova al benessere dei cittadini europei, ma anche alla vita degli animali e delle piante. Ma non possiamo riposare sugli allori. Mantenere pulite le nostre acque di balneazione richiede un’attenzione costante da parte dei responsabili politici”. Ma entrando nel merito della ricerca non mancano le sorprese: in cinque Paesi il 95% o più dei siti di balneazione è stato valutato di qualità “eccellente”: Lussemburgo, Cipro, Malta, Grecia e Austria. Tutti i siti di balneazione analizzati in Austria, Belgio, Croazia, Cipro, Grecia, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Romania, Slovenia e Svizzera “hanno ottenuto almeno una qualità sufficiente nel 2017 (in conformità con gli standard minimi di qualità fissati dalla direttiva sulle acque di balneazione)”. Il numero più elevato di siti di balneazione con una qualità delle acque scarsa è stato registrato in Italia (79 siti, pari all’1,4%), Francia (80 siti, pari al 2,4%) e Spagna (38 siti, pari all’1,7%). Si tratta ovviamente di grandi Paesi, con una infinità di acque di balneazione, interne ed esterne. “Negli Stati membri dell’Ue la percentuale più alta delle acque di balneazione classificate di qualità “scarsa” è stata registrata in Estonia (quattro siti di balneazione, pari al 7,4%), Irlanda (sette siti, pari al 4,9%) e Regno Unito (21 siti, pari al 3,3%)”.

Viewing all 2544 articles
Browse latest View live