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Channel: Ambiente – AgenSIR

Bambini e ambiente: società di pediatria, il 6 ottobre presentazione del documento “Inquinamento atmosferico e salute” nei primi mille giorni di vita

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Verrà presentato il 6 ottobre il documento di consenso “Inquinamento atmosferico e salute” che contiene le proposte delle società scientifiche pediatriche e del gruppo di lavoro “Ambiente e primi 1.000 giorni” per migliorare la salute dei bambini e delle famiglie. Il documento è stato sottoscritto da Associazione culturale pediatri (Acp), Federazione italiana medici pediatri (Fimp), Ambiente e primi 1.000 giorni, Società italiana di medicina perinatale (Simp), Società italiana di pediatria (Sip), Società italiana di neonatologia (Sin), Società italiana di pediatria (Sip). Il documento di consenso nasce nell’ambito del progetto “Ambiente e primi 1000 giorni’” ovvero “Coorti di nuovi nati, esposizioni ambientali e promozione della salute nei primi 1.000 giorni di vita: integrazione dei dati di esposizione con dati molecolari ed epigenetici”. Il progetto, si legge in una nota, “nasce per valutare in che modo l’ambiente e l’esposizione a inquinanti atmosferici e al fumo di sigaretta influiscano sui primi 1.000 giorni dell’individuo, dal concepimento al secondo anno d’età, e per costruire strumenti capaci di informare cittadini, genitori e decisori in modo da migliorare la salute delle singole persone e pianificare azioni di prevenzione a livello di sanità pubblica”.
Alla conferenza stampa online (ore 10-11,20) interverranno Renata Bortolus (Direzione generale della prevenzione sanitaria – ministero della Salute); Luca Ronfani (Irccs materno infantile Burlo Garofolo, Trieste); Francesco Forastiere, (Environmental Research Group, School of Public Health, Faculty of Medicine, Imperial College, Londra). Sarà possibile seguire la conferenza stampa sul canale YouTube della Società italiana di pediatria al seguente link https://www.youtube.com/watch?v=yCxwcaMwi8Q.


Cop26: la Chiesa di Glasgow si prepara ad accogliere il Papa e i leader mondiali

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“Siamo quasi certi che Papa Francesco sarà presente alla Cop26, anche se la conferma definitiva non c’è stata. Il discorso del Santo Padre sarà stampato sul nostro giornale diocesano, ‘Flourish’, che verrà distribuito in tutte le nostre parrocchie. Il Santo Padre si fermerà soltanto quattro ore per chiedere ai capi di Stato e ai delegati internazionali di agire subito per salvare il pianeta”. Ronnie Convery è il direttore dell’ufficio comunicazioni dell’arcidiocesi di Glasgow, una sede vacante da quando, lo scorso gennaio, è scomparso l’arcivescovo Philip Tartaglia, e fa parte del comitato organizzatore costituito dalla Chiesa cattolica per le iniziative per preparare il vertice Onu che si terrà nella città scozzese tra il 1° e il 12 novembre. Al Sir racconta le preparazioni a meno di un mese di distanza dall’importante appuntamento.

Ronnie Convery

Città e Chiesa locale in fermento. “Siamo una decina di persone. Ci sono esperti di liturgia, di musica, di logistica e di video. A guidarci è il vescovo di Galloway, William Nolan”, spiega. “Siamo in contatto con la Santa Sede ma non c’è ancora un programma ufficiale. Non sappiamo a che ora arriverà Francesco, ma sembra che sarà verso mezzogiorno e che andrà subito allo Scottish Exhibition and Conference Centre, dove viene ospitata la Cop26, per poi tornare all’aeroporto. Non vi sarà tempo per liturgie e incontri con il pubblico. Glasgow sarà completamente blindata. Per una città così piccola ospitare i capi di Stato più importanti del mondo è una sfida molto difficile dal punto di vista della sicurezza”.

La serata dedicata ai giovani. È prevista una messa, il 7 novembre, alle 13, proprio a metà della Cop26, nella chiesa dei Gesuiti di Glasgow Saint Aloysius, alla quale parteciperà una delegazione vaticana, assieme a tutti i vescovi cattolici scozzesi e a centinaia di fedeli. E, durante la settimana precedente, veglie di preghiera organizzate da frati della comunità francese di Taizé in cinque chiese cristiane di Glasgow, tra le quali quella dell’Immacolata Concezione, nella zona della città che si chiama Mary Hill, la collina di Maria.

Sempre gli stessi frati proporranno una serata per giovani a Saint Aloysius.

Queste alcune delle iniziative cattoliche in vista della Conferenza che potrebbe rappresentare – questo l’auspicio diffuso – una svolta significativa nella lotta per proteggere l’ambiente.

La celebrazione del 7 novembre. “Lo sforzo organizzativo più grande è la messa del 7 novembre”, continua Convery. “Possiamo invitare soltanto 600 persone, invece delle 700 che Saint Aloysius è in grado di accogliere, perché le misure anti Covid – mascherine, gel, comunione nella mano e nessun segno della pace – sono ancora in vigore. Poiché vi saranno sia i delegati Onu che i fedeli dovremo limitare i numeri e non sarà facile. Stiamo pensando a un sistema on-line sul quale ci si potrà registrare per prenotare i posti alla messa alla quale sarà senz’altro presente il presidente della Conferenza episcopale scozzese, il vescovo di Aberdeen Hugh Gilbert, mentre l’omelia sarà affidata al vescovo di Galloway William Nolan, presidente della commissione scozzese ‘Giustizia e pace’.

Si tratterà di una celebrazione davvero internazionale

con canti in latino e nelle più importanti lingue europee e un coro avviato proprio per questo evento. La messa verrà trasmessa anche via streaming per chi non potrà essere fisicamente presente”.

Iniziative ecumeniche. “Tra le iniziative ecumeniche – afferma Convery – vi sarà anche una messa nella cattedrale protestante di Saint Mungo, il santo patrono di Glasgow, che sarà guidata dal moderatore della presbiteriana Church of Scotland e alla quale parteciperanno tutti i leader religiosi cristiani. La liturgia sarà animata dal coro cattolico dei St. Mungo singers dell’arcidiocesi di Glasgow, che, quest’anno, festeggia cinquant’anni”.

Cattolici coinvolti e impegnati. “La Cop26 è un evento complicatissimo che coinvolge Nazioni Unite, governo britannico, governo scozzese, polizia e servizi segreti. Noi non partecipiamo all’organizzazione ma ai rappresentanti della nostra Caritas scozzese Sciaf (Scottish Catholic International Aid Fund) è stata data la possibilità di prendere parte ai lavori e di avvicinare i delegati dei vari Paesi per fare azione di lobby sul messaggio del Papa che ha incoraggiato i partecipanti della Conferenza a trovare un accordo per salvare il pianeta”, conclude Ronnie Convery. “Per noi cattolici si tratta di un evento importantissimo sul quale stiamo concentrando tutte le nostre energie”.

Cambiamenti climatici: Croce Rossa, campagna #ClimateChangedMe con Greta Thunberg

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“La crisi climatica non è un problema sconosciuto che possiamo rimandare. È qui ora ed ha già avuto impatti catastrofici sulla vita delle persone. In ogni regione del mondo, le persone stanno già avvertendo l’impatto del cambiamento climatico sulla loro vita quotidiana, ma coloro che vivono nelle aree più esposte vengono colpiti in modo sproporzionato, nonostante siano quelli che vi contribuiscono meno. Vogliamo che questa campagna diffonda consapevolezza e ispiri le persone ad essere coinvolte, parlare e fare pressione sui loro leader”. Questo il messaggio di Greta Thunberg per la campagna #ClimateChangedMe lanciata dalla Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (Ifrc) e sostenuta dalla Croce Rossa italiana. La campagna vede la partecipazione di oltre 100 voci da membri della comunità, volontari e attivisti, tra cui anche Greta Thunberg e Fridays for Future. Nei brevi videoclip, le persone descrivono come la crisi climatica ha già avuto un impatto sulle loro vite e si pongono la domanda: “Il clima mi ha cambiato. La mia storia ti cambierà?”. In vista della Cop26, la campagna generata dagli utenti continuerà a raccogliere storie, che verranno poi pubblicate come e-book. Una campagna fortemente voluta dal presidente Ifrc e della Croce Rossa italiana, Francesco Rocca, per il quale “il cambiamento climatico sta già influenzando le nostre vite e non farà che peggiorare. Nessuna regione al mondo è stata risparmiata dagli impatti devastanti di eventi meteorologici estremi. In vista della Cop26, chiediamo ai leader mondiali di assumere impegni concreti, non solo per ridurre le emissioni di gas serra e raggiungere gli obiettivi fissati nell’accordo di Parigi entro il 2050, ma anche per affrontare le conseguenze umanitarie esistenti e imminenti causate dal cambiamento climatico, investendo nella comunità sull’adattamento, sui sistemi di prevenzione e sulle possibili azioni a livello locale. Ogni giorno assistiamo ai danni del cambiamento climatico. La crisi è in atto e dobbiamo agire ora”.

Ambiente: Torino, Missioni Don Bosco ha donato una sacca e una borraccia agli allievi delle scuole elementari, medie e superiori

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Sacca e borraccia da tenere nello zaino per ricordare il rispetto dell’ambiente e l’attenzione ai bambini di tutto il mondo. Sono i doni che Missioni Don Bosco ha fatto agli allievi della scuola elementare Maria Ausiliatrice di Torino ad avvio delle lezioni nel primo lunedì dell’ottobre missionario. Con il nuovo presidente della onlus salesiana, don Daniel Antúnez, oltre 250 ragazzi hanno cantato e partecipato alla benedizione degli zaini, “piccolo spazio nel quale deve trovar posto anche Gesù”, ha raccomandato don Enrico Lupano, che ha guidato la preghiera.
È stata la rappresentante degli studenti del liceo, Lola, a introdurre i piccoli al significato del dono. “Perché delle borracce? Perché l’acqua è molto importante, non va sprecata, bisogna fare gesti di rispetto per chi non dispone ordinariamente di questo bene” rivolgendo il pensiero a quanti nei Paesi poveri dispongono con fatica dell’acqua potabile. “Ma c’è anche un altro valore”, ha aggiunto la studentessa: “sono bottigliette che sostituiscono quelle di plastica, materiale super-inquinante”.
Missioni Don Bosco lascia così nelle mani degli scolari una sorta di promemoria per pensare a un mondo che chiede riequilibrio dal punto di vista delle società e dell’ambiente.
Analoga esperienza è stata fatta all’’Istituto Agnelli di Torino, accompagnando la sensibilizzazione ai temi della fraternità. Ogni borraccia e ogni sacca hanno lo spazio per scrivere il proprio nome non solo per ragioni di igiene ma per individualizzare le responsabilità che si assume ricevendo questo dono. Il canto che ha fatto da sottofondo a questa di consegna parlava proprio di una “chiamata per nome” per camminare nella comunità educativa che attinge i suoi valori nella vocazione cristiana. Lo stesso gesto si è ripetuto in mattinata per gli allievi e le allieve della scuola media e del liceo affidati alle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Bambini e smog: società pediatriche, “gravi effetti su salute fin da concepimento. Servono azioni concrete di istituzioni e cittadini per ridurlo”

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L’inquinamento atmosferico delle nostre città ha seri effetti negativi sulla salute di tutti, in particolare dei bambini nei prime mille giorni di vita, ossia dal concepimento fino a due anni. Effetti che possono avere un impatto sulla loro salute anche in età adulta ed essere transgenerazionali, ovvero trasmissibili dai genitori ai figli. Ma per ridurlo serve l’impegno di tutti, istituzioni e cittadini. Un impegno fondato su evidenze scientifiche e indispensabile per tutelare la salute dei bambini e delle famiglie. Questo l’obiettivo del documento di consenso “Ambiente e primi 1.000 giorni”, promosso dalle principali società scientifiche in ambito pediatrico e neonatologico – tra cui Federazione italiana medici pediatri (Fimp), Società italiana di neonatologia (Sin) e Società italiana di pediatria (Sip) – e presentato oggi online.
L’esposizione precoce all’inquinamento outdoor “dovuto a particolato atmosferico, biossido di azoto e ozono, prodotte da mezzi di trasporto, riscaldamento domestico e emissioni industriali” – ha spiegato Luca Ronfani (Irccs materno infantile Burlo Garofolo di Trieste e referente scientifico del progetto “Ambiente e primi 1.000 giorni”) – può portare a malattie e oneri sanitari che durano tutta la vita, a esiti negativi durante la vita fetale e alla nascita, a un aumento della mortalità infantile, disturbi dello sviluppo neurologico, obesità infantile, compromissione della funzione polmonare, asma e otite media”. Questo perché i bambini “sono particolarmente vulnerabili durante lo sviluppo fetale e nei loro primi anni, quando i loro organi sono ancora in fase di maturazione”. “Le nuove Linee guida sulla qualità dell’aria dell’Oms, pubblicate il 22 settembre, hanno ridotto in modo considerevole i valori limiti per l’esposizione a lungo termine agli inquinanti più dannosi per la salute”, ha sottolineato Francesco Forastiere (Environmental Research Group, Imperial College di Londra). Per  Rino Agostiniani (Sip), “gli aspetti delineati sono chiari e noi, come pediatri, abbiamo gli strumenti per poter perseguire gli obiettivi. Anzitutto individualmente, con un cambiamento di quelle che sono le nostre abitudini di vita quotidiana, poi dando informazioni chiare su strategie e stili di vita corretti alle famiglie dei bambini di cui ci prendiamo cura”.

Bambini e smog: Forastiere (College of London), “Oms riduce notevolmente livelli soglia inquinanti. Urge cambiamento radicale per proteggere salute”

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Le nuove linee guida sulla qualità dell’aria dell’Organizzazione mondiale della sanità, pubblicate il 22 settembre, “hanno ridotto in modo considerevole i valori limiti per l’esposizione a lungo termine agli inquinanti più dannosi per la salute, in particolare il particolato fine (Pm2.5) e il biossido di azoto (NO2)”. Lo ha detto oggi Francesco Forastiere (Environmental Research Group, School of Public Health, Faculty of Medicine, Imperial College of London), intervenuto alla conferenza stampa online di presentazione del Documento di consenso delle società scientifiche e associazioni dell’area pediatrica e del gruppo di lavoro “Ambiente e primi mille giorni”, finalizzato a tutelare la salute dei bambini e delle famiglie. “Nei 15 anni trascorsi dall’edizione precedente delle linee guida – ha spiegato l’esperto –, sono aumentate le evidenze che documentano gli effetti negativi dell’inquinamento atmosferico sulla salute. Per questo motivo, a seguito di una revisione sistematica della letteratura, i nuovi valori riportati nelle linee guida globali sulla qualità dell’aria (2021) sono inferiori a quelli raccomandati in precedenza: le concentrazioni medie annue di Pm2.5 passano da 10 a 5 microgrammi/m³, quelle di NO2 da 40 a 10 microgrammi/m³, e la concentrazione media di ozono (per il quale non erano presenti in precedenza valori limite raccomandati) nelle 8 ore nel periodo estivo non deve superare i 60 microgrammi/m³”. “I valori indicati dall’Oms non sono legalmente vincolanti, ma servono per informare le legislazioni nazionali e dell’Unione europea. Si tratta di indicazioni scientifiche chiare. L’inquinamento è responsabile di gravi danni per la salute, specie per l’infanzia, fin dalla prima esposizione in gravidanza – ha concluso Forastiere –. Non ci sono alternative a un profondo e radicale cambiamento per proteggere i bambini e le persone più vulnerabili”.

Bambini e smog: Ronfani (Burlo Garofalo Trieste), “adottare subito misure concrete a livello nazionale, locale e dei cittadini per ridurre esposizione”

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“Il Documento di consenso è focalizzato sull’inquinamento atmosferico outdoor, legato all’immissione nell’aria di sostanze inquinanti dovute ai trasporti, al traffico autoveicolare, al riscaldamento domestico e ovviamente anche alle emissioni industriali che vanno ad aggravare la situazione. Parliamo quindi di sostanze inquinanti come particolato atmosferico, biossido di azoto o ozono”. Lo ha spiegato Luca Ronfani, dell’Irccs materno infantile Burlo Garofolo di Trieste e referente scientifico del progetto “Ambiente e primi 1.000 giorni”, presentando oggi online il Documento di consenso delle società scientifiche e associazioni dell’area pediatrica e del gruppo di lavoro “Ambiente e primi 1.000 giorni”, finalizzato a tutelare la salute dei bambini e delle famiglie rispetto ai danni da inquinamento ambientale. Il progetto, realizzato con il supporto del Ccm-Centro nazionale per la prevenzione ed il controllo delle malattie del ministero della Salute, ha permesso di misurare in maniera precisa l’esposizione precoce agli inquinanti ambientali nei bambini di alcune città italiane e ha valutato, grazie alla revisione della letteratura scientifica, i rischi possibili rischi per la salute legati a tale esposizione.
Evidente l’urgenza di “adottare da subito misure chiare e concrete, a tutti i livelli (nazionale e locale), per migliorare la qualità dell’aria e ridurre l’esposizione all’inquinamento atmosferico delle donne in gravidanza e dei bambini, in particolare nei primissimi anni di vita – ha osservato Ronfani –. Ma se molti interventi di dimostrata efficacia si basano su un cambiamento a livello nazionale, che deve essere deciso e guidato da istituzioni governative, è altrettanto importante ricordare come sia nevralgico l’apporto dei cittadini, affinché adottino comportamenti individuali virtuosi”.

Bambini e smog: società pediatriche, operatori della salute in prima linea contro inquinamento

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Anche le società scientifiche pediatriche, i singoli pediatri, e più in generale gli operatori di salute che lavorano a contatto con le donne e i bambini “possono guidare i cambiamenti e le azioni necessarie a ridurre il carico di malattia dovuto all’esposizione all’inquinamento, con una particolare incisività nei contesti assistenziali che avviano e mantengono una sistematica continuità delle cure pediatriche dalla nascita all’adolescenza”. È quanto si legge nel Documento di consenso “Ambiente e primi 1.000 giorni”, promosso dalle principali società scientifiche in ambito pediatrico e neonatologico – tra cui Federazione italiana medici pediatri (Fimp), Società italiana di neonatologia (Sin) e Società italiana di pediatria (Sip) – e presentato oggi online.
Migliorare, con la formazione, le conoscenze e le competenze sui cambiamenti climatici e le misure di prevenzione; informare pazienti e famiglie sul pericolo dell’inquinamento atmosferico, in particolare in caso di residenza in aree ad elevato inquinamento ambientale, includendo consigli per ridurre l’esposizione e il contributo individuale all’inquinamento. Fare attività di promozione e promuovere i temi affrontati nel documento presso altre società scientifiche che si occupano di salute della donna e del bambino: queste, in estrema sintesi le prime azioni cui gli estensori del testo si impegnano. Quindi: adottare per primi comportamenti e stili di vita salutari, e incoraggiare il cambiamento all’interno del proprio posto di lavoro e più in generale del Ssn. Infine, realizzare attività di advocacy a livello politico e normativo, promuovendo le iniziative esistenti a livello locale e nazionale per migliorare la qualità dell’aria.


Università Lateranense: domani Papa Francesco presiede l’Atto accademico su “Ecologia e ambiente. Cura della casa comune e tutela del Creato”

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Sarà Papa Francesco a presiedere l’Atto accademico su “Ecologia e ambiente. Cura della casa comune e tutela del Creato”, in programma domani mattina presso la Pontificia Università Lateranense che lo organizza, alla presenza del patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I e di Audrey Azoulay, direttore generale dell’Unesco. All’evento, che si terrà a partire dalle 9 nell’aula magna dell’Ateneo, interverrà, oltre a Papa Francesco, Audrey Azoulay e Bartolomeo I, il card. Angelo De Donatis, gran cancelliere dell’Università.

Inquinamento e salute: Iss e Procura Avellino, un’intesa per la sorveglianza epidemiologica della popolazione residente nella valle del Sabato

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La Procura della Repubblica di Avellino e l’Istituto superiore di sanità (Iss) hanno firmato in data odierna un protocollo di intesa che instaura un rapporto di stabile collaborazione fra l’Istituto, organo tecnico del Servizio sanitario nazionale, e l’ufficio giudiziario irpino.
L’intesa è finalizzata “allo scambio di dati ed informazioni derivanti dalla sorveglianza epidemiologica della popolazione residente nella valle del Sabato, con specifico riferimento agli eccessi di mortalità, all’incidenza tumorale e all’ospedalizzazione per le diverse patologie, che ammettono fra i loro fattori di rischio accertati o sospetti l’esposizione a inquinanti”.
“La decisione di rendere sistematica tale collaborazione – si legge in una nota congiunta della Procura e dell’Iss – si inserisce nel quadro dell’attività di ricerca che l’Istituto ha svolto nell’ambito di diversi progetti in tema di ambiente e salute e rappresenta un importante contributo agli strumenti a disposizione del Gruppo di lavoro istituito presso la Procura di Avellino specializzato per il contrasto alle più importanti emergenze ambientali comportanti ricadute sulla salute pubblica”.
In particolare, “l’intesa operativa con l’Istituto permetterà alla Procura di avere una conoscenza sempre aggiornata e approfondita delle più pericolose patologie che affliggono il territorio in questione, in modo da ben calibrare le priorità investigative e indirizzare le attività di indagine verso lo spegnimento di quei focolai che l’analisi medico-statistica individua quali principali responsabili dell’insorgere delle malattie maggiormente diffuse”.
La possibilità di condividere dati, informazioni e contributi scientifici interdisciplinari (anche mediante lo svolgimento congiunto di sopralluoghi ed accertamenti tecnici) contribuirà, inoltre, “a rendere più efficaci ed incisive le stesse investigazioni, ponendo, di conseguenza, la comunità civile nelle condizioni di avere un’informazione esaustiva ed aderente alla realtà dei fatti”.
L’obiettivo strategico è “quello di fare in modo che l’accertamento e la repressione della criminalità ambientale costituisca, al contempo, il primo passo verso la prevenzione dei pericoli per l’ambiente e la salute dei cittadini”.